Fracchia

Il ragioniere Giandomenico, timido ed impacciato nel mondo d’oggi frenetico e convulso si sarebbe trovato ancor più  disagio, ammesso che il lavoro l’avesse trovato

 

Mi si sono intrecciati i diti! Me li streccia?”
Il mondo del lavoro, la subalternità, le prevaricazioni subìte dai più deboli, sono stati da sempre gli argomenti preferiti da Paolo Villaggio, il celebre artista genovese scomparso nove mesi fa. La maschera di Giandomenico Fracchia, antecedente quella del suo omologo Rag. Ugo Fantozzi, cui  lo legano diverse affinità,  fu rappresentata negli schermi televisivi nel 1968, quando le doti umoristiche  dell’impiegato dell’”Italsider e la sua contemporanea attività cabarettistica furono scoperti da Maurizio Costanzo, che lo fece debuttare come conduttore nel programma “Quelli della domenica”, dove Costanzo era co-autore.
Il personaggio del ragioniere timido ed impacciato funzionò talmente bene che nel 1971 Villaggio scelse di elaborarlo  e sfruttarlo in narrativa, pubblicando il primo romanzo sul Rag. Fantozzi: in quest’ultimo la satira sociale era meno presente ed incisiva, il personaggio virava su note più comiche e grottesche, rappresentate adeguatamente nel film che uscì lo stesso anno, diretto da Luciano Salce.
Sulla scia del fortunatissimo film ,  nel 1975 Villaggio sviluppò  ulteriormente il personaggio precedente ed ideò una serie di show-fiction  composta da quattro episodi dove, sotto l’attenta ed esperta regia di Antonello Falqui, vengono rappresentati quattro aspetti sociali della  vita di un dipendente di una ditta privata: l’amore, il tempo libero, il successo ed il rapporto con la TV, strumento mediatico dominus dell’epoca.
Il comico ligure sceglie per l’occasione di confermare il prezioso supporto di Gianni Agus, nel ruolo di suo superiore diretto/aguzzino, circondandosi di “spalle” determinanti, facendosi affiancare, come nella pellicola girata nel ’71, da colui che diverrà il suo fedele partner, Gigi Reder, e da Daniele Formica.
Fracchia è single ma è innamorato della segretaria di Agus , impersonata da Ombretta Colli, nella vita compagna di Giorgio Gaber, amico di Villaggio e di Fabrizio De André.
Bisogna ammetterlo: a star seduti in un ufficio negli anni Settanta e a pensare come sarebbe diventato il mondo del lavoro nel 2018 nessuno di noi sarebbe riuscito a immaginare tutti i cambiamenti che si sono verificati in  soli 40 anni.
Di certo chi ha cominciato a lavorare negli anni Settanta, un giorno stando seduto alla sedia della sua scrivania avrà pensato che gli stipendi nel 2018 sarebbero aumentati, sicuramente… e non di poco! Invece non è così. E questo tenendo conto di molteplici fattori, dalla crisi economica attraversata negli ultimi anni, all’inflazione, al potere d’acquisto, secondo le statistiche del Pew Research Center. La situazione è stazionaria: per quanto gli stipendi siano aumentati, le statistiche riportano che negli ultimi 12 anni (dal 2006 ad oggi), il nostro potere d’acquisto è diminuito del 6.9%. Il mondo del lavoro di oggi non si basa più sulla concorrenza tra un’azienda e l’altra ma anche tra un singolo lavoratore e l’altro. Il web ha dato vita ad una generazione di freelancer e un vero e proprio esercito di partite iva: maggiore protagonismo dunque e maggiore coinvolgimento (collettivismo vs individualismo) ma anche più ansia e stress, a discapito del tempo libero e della qualità della vita del singolo individuo e dell’intera famiglia che lo circonda (integrazione vs frammentazione).
Il ragioniere Giandomenico, timido ed impacciato nel mondo d’oggi frenetico e convulso si sarebbe trovato ancor più  disagio, ammesso che il lavoro l’avesse trovato.
Ed oggi ancor di più il ritornello della sigla finale cantato dalla Colli è un invito con un senso logico:
“ Facciamo finta che tutto va ben, tutto va ben, facciamo finta che tutto va ben!”