A3. Ciucci e la genialità del bugiardo. GANGEMI

A3. Ciucci e la genialità del bugiardo. GANGEMI

a3      di MIMMO GANGEMI - Nel comizio elettorale il candidato Sindaco ci mise passione e sentimento. Era in svantaggio, urgeva recuperare. E le promesse aiutavano. Intanto, le faceva, le parole vivevano, e vivono, stagioni di saldi, poi vedendo e facendo, se non le manteneva, al più ci sarebbe stato qualche mugugno, roba riparabile. Nella foga, gli scappò più del giusto. “Farò strade larghe e diritte che avvicineranno il paese al mare”. Gli parve poco e “anzi, porterò fin quassù il mare” rincarò, mostrando le asperità collinari dove neanche salivano i pescivendoli.

Ho riportato un ricordo disperso nella viscere del secolo trascorso e riaffiorato alla mia memoria appena ho letto le dichiarazioni di Ciucci, Presidente dell’Anas, riguardo gli appalti sulla A3.

Eh, Ciucci, Ciucci… Non si toglie il vizio. C’è ricascato. Immagino sia per lui irresistibile sancire un impegno con i numeri, metterci una data. L’ultima, fresca fresca, garantisce il completamento dei cantieri entro il 2014, parola e impegno solenne, su pergamena. Peccato che ci fossero già stati, parola e impegno solenne, strombazzati a pieni polmoni, l’anno scorso, quando la fine tassativa era entro il 2013, e due anni fa, allora entro il 2012. Assieme alla data, immagino sappia che, quando fa di queste affermazioni, ci mette pure la faccia, a questo punto più bronzea di quella dei Bronzi di Riace, se persevera.

Mi ha fatto rivenire su frammenti dei comizi elettorali di Cetto Laqualunque, personaggio vomitevole che tanto ha alimentato i pregiudizi sul Sud. Proclami sparati all’aria, in entrambi i casi. È diventato di moda farsi una capatina da queste parti e riempirci di balle. Tanto, è indolore, nemmeno protestiamo ormai. L’assuefazione al degrado ha messo una crosta talmente spessa che ci lasciamo scivolare addosso di tutto, il peggio di tutto: i clisteri sulla A3, le ferrovie da freno a mano tirato, i treni di scarto, la 106 ionica dove la morte ha messo stabile dimora, la sanità malata, l’agricoltura mai soccorsa e che ha portato a povertà i benestanti di due, tre decenni addietro, il seppellimento qui delle scorie radioattive scartate chissà dove, eccetera, eccetera.

Ogni volta Ciucci sta bene accorto a puntualizzare che a essere ultimati saranno i cantieri. E glissa sui cinquantasei chilometri della Salerno – Reggio Calabria nemmeno appaltati (ma almeno progettati lo saranno, sì?). Furbo, lui. Così nessuno potrà mai rimproverargli i tratti mancanti, nulla ha dichiarato su quelli, si è limitato a parlare dei cantieri aperti. Furbo lui, salvo ritrovarsi con la promessa che gli scoppia in mano e che, placidamente, sposta in avanti di un altro anno. Tanto, i calabresi, come li mettono, stanno. Tace anche degli improvvisi restringimenti di corsie, di alcuni tratti in viadotto rimasti come prima, e che pare rimarranno come prima, ora più pericolosi di prima, proprio per l’improvvisa mancanza della corsia di emergenza. Né ci spiega i lavori che si susseguono con sconcertante regolarità – ricostringono al doppio senso e durano parecchio – nei tratti già completati e inaugurati in pompa magna.

Ora gli diamo questa nuova chance fino a tutto il 2014.

Se però dovesse succedere come già nel 2012 e nel 2013, chiacchiere al vento?

Opporremo ancora il silenzio e la rassegnazione dei vinti? O ci scuoteremo dal torpore, ci accorgeremo che il pitale con le stronzate è colmo, che già trabocca anzi, e tireremo le lunghe orecchie appuntite del ciuccio? Propendo per la prima. Ma spero che presto o tardi…