(ReP) L’Unical conquista il primo posto tra i grandi atenei italiani secondo la classifica 2024/2025 del Censis. Dopo due anni consecutivi in terza posizione tra le grandi università, ovvero quelle con un numero di iscritti compreso tra 20.000 e 40.000, l’ateneo ottiene il punteggio generale più alto in assoluto, consolida il primato per servizi e conquista il gradino più alto del podio anche per le borse di studio offerte ai propri studenti. Per l’Unical, infatti, il punteggio finale è pari a 92,2, superando le università di Pavia (89,5) e Perugia (87,7), l’anno scorso rispettivamente prima e seconda.
L’ateneo calabrese conquista il primato assoluto nazionale per i servizi e le Borse, con 110 punti su 110, piazzandosi davanti anche ai mega atenei (sopra i 40.000 iscritti) come Padova, Bologna, La Sapienza di Roma. Il primato nella categoria “borse” è stato raggiunto grazie alla ottima collaborazione con la Regione Calabria, intervenuta nel finanziamento di cui hanno beneficiato anche gli altri atenei calabresi, ben posizionati in questo parametro: Università Mediterranea di Reggio Calabria (110) e Università Magna Graecia di Catanzaro (108).
La categoria “servizi”, sul primo gradino del podio, tiene conto, invece, dei pasti erogati, dei posti e dei contributi per l’alloggio degli studenti. Un’università, quindi, a misura di studente che garantisce posto alloggio, borse di studio, servizio mensa, contributi per favorire la mobilità internazionale, rassegne culturali, momenti di aggregazione e socialità, cinema, attività sportive negli impianti del CUS. Ne è prova anche il dato ottenuto per le “strutture”, il cui punteggio è aumentato anche nella classifica 2024, passando da 83 a 86.
La performance dell’Unical, dopo il risultato molto positivo già emerso nel recente Rapporto Almalaurea, registra un miglioramento anche sul dato occupabilità, che passa dai 70 punti del 2023 ai 75 del 2024. Il tasso di occupazione dei laureati Unical cresce, infatti, in controtendenza rispetto al dato nazionale e l'ateneo conferma la sua funzione di ascensore sociale: 3 su 4 sono i primi laureati in famiglia e la maggior parte, già ad un anno dal conseguimento del titolo, trova lavoro al Sud.
Stabile il punteggio mantenuto per l’internazionalizzazione che conferma la crescita dello scorso anno (78), mentre la voce “comunicazione e servizi digitali” fa registrare una valutazione di 94 punti.
«Il primato dell'Università della Calabria nella classifica Censis conferma la qualità e l’eccellenza del nostro ateneo – ha dichiarato il rettore Nicola Leone –. Siamo risultati primi, con il punteggio massimo, in aree chiave come borse di studio e servizi agli studenti, fattori che contribuiscono a rendere l'Unical altamente apprezzata, come evidenziato anche dai risultati dell'indagine Almalaurea e come confermano i primi dati sulle iscrizioni attualmente aperte, che chiuderanno il 30 agosto. La posizione di vertice è frutto dell'aggiornamento continuo dell’offerta didattica, delle metodologie innovative e della ricerca scientifica di qualità, rafforzata grazie a collaborazioni internazionali e all’arrivo di studiosi di alto profilo dall’Italia e dall’estero. Censis riconosce, inoltre, i progressi compiuti in infrastrutture e sostenibilità, che hanno reso il campus più green, migliorato gli spazi per la didattica, le biblioteche e i laboratori. Significativo il risultato sul tasso di occupazione dei laureati, nonostante le limitazioni del contesto territoriale: strategici, in tal senso, gli investimenti in hub di innovazione e incubatori di startup. Apprezzabile anche il posizionamento nell'internazionalizzazione, promossa attraverso programmi di mobilità, che arricchiscono l'ambiente culturale del campus, e accordi per il rilascio congiunto di titoli internazionali. Questi risultati sono il frutto dello sforzo coeso di tutta la comunità universitaria, dai docenti agli studenti, al personale tecnico-amministrativo, tutti impegnati nel consolidare la qualità della didattica, della ricerca e dei servizi offerti, contribuendo così allo sviluppo sociale ed economico del territorio».