L'INTERVENTO. Verso la terza guerra mondiale?

L'INTERVENTO. Verso la terza guerra mondiale?
Il panel che apre queste nostre giornate di formazione
(https://fuoricollana.it/scuola-di-formazione-politica-roma-6-8-settembre
2024/) ci chiede di rispondere alla domanda delle domande nella testa di tutti
noi: siamo nel precipizio che ci sta portando, per dritto o per storto, alla terza
guerra mondiale? Ai nostri autorevoli ospiti che ringrazio vivamente
(Domenico Quirico, Mara Morini, Marco Carnelos, Salvatori Minolfi, Laura
Lauti, Luca Baccelli, Paolo Cornetti) l’ardua sentenza. Il compito che mi sono
assegnato è assai più modesto e limitato. Raccontare due storie e lasciare a
loro e a tutti voi, se lo riterrete, di trarre qualche considerazione.

La prima storia la dobbiamo all’impeccabile, amaro e ironico, film del
1960 di Luigi Comencini Tutti a casa. Il film narra di una esemplare vicenda
che ha inizio l’8 settembre del 1943 nelle coste del Veneto. Quell’8 settembre
nella cucina della caserma del Regio Esercito italiano, la radio diffonde il
famigerato comunicato con cui si annuncia l'armistizio, chiesto dal maresciallo
Pietro Badoglio, che pone fine allo stato di belligeranza dell’Italia contro gli
Alleati. L'entusiasmo scoppia rapidamente e sulle bocche dei militi risuona
l'urlo: "La guerra è finita, tutti a casa!". La realtà si rivela, ben presto,
drammaticamente diversa. Gli alleati tedeschi sono diventati nemici, il Re e
Badoglio sono fuggiti, le truppe senza ordini precisi sono allo sbando. Il
sottotenente del regio esercito italiano Alberto Innocenzi, magistralmente
interpretato da Alberto Sordi, e i suoi soldati finiscono sotto il fuoco dei
tedeschi. Innocenzi, non informato del capovolgimento delle alleanze, attonito
e incredulo, comunica telefonicamente ai suoi superiori il seguente messaggio,
dando vita ad una delle più esilaranti gag del cinema italiano: «Mio Dio è
successo un fatto incredibile. I tedeschi si sono alleati con gli americani». A
quel punto il reggimento si sfalda. Molti, sbandati e stanchi, tornano dalle
proprie famiglie. Altri, dopo varie disavventure, si uniscono alla resistenza e
trovano lì una nuova casa. Tutti a casa per porre, ciascuno a suo modo, fine alla
sciagurata guerra, alla seconda guerra mondiale.

La seconda storia ha lo stesso titolo. Tutti a casa. Ma al contrario della
prima potrebbe essere l’annuncio non della fine ma dell’inizio di una nuova
guerra globale, la terza guerra mondiale. Una componente della redazione del
nostro web magazine, fuoricollana.it., Athanasia Andriopoulou, una cittadina
greca che lavora da diversi anni a Copenaghen, ha ricevuto una mattina di
questa fine estate un messaggio dell’Autorità Danese per la Gestione Crisi del
paese (https://www.brs.dk/da/forberedt/translations-in-ten-language). Questo
il “patriottico” titolo del messaggio: «Preparati per una crisi. Preparati – per il
tuo bene e per il bene della società. Sei parte della gestione delle crisi della
Danimarca». Un hackeraggio, una fake news? No. Il messaggio è contenuto
nella posta elettronica certificata riservata alle autorità cui devono in
Danimarca registrarsi tutti. L’incipit del messaggio è, a modo duo rassicurante:
«La Danimarca è fondamentalmente un paese sicuro e protetto. Viviamo in una
delle società più avanzate e digitalizzate al mondo, con un’infrastruttura ben
sviluppata e integrata, il che significa che abbiamo un accesso stabile a beni di
prima necessità come elettricità, acqua, riscaldamento, comunicazioni e cibo.
Ma la nostra società moderna è anche vulnerabile. Un’interruzione di corrente
in un’area può avere conseguenze importanti in altre. Ciò include l’accesso a
elettricità, acqua e beni di prima necessità. Qualunque sia la causa di una crisi,
puoi svolgere un ruolo attivo». La parte virtuale del messaggio finisce qui e ne
inizia una assai più inquietante: «Le autorità raccomandano che tu e la tua
famiglia siate in grado di sopravvivere per tre giorni in caso di crisi. Alcuni
consigli ti aiuteranno a prenderti cura di te stesso: procurarsi il necessario per
essere autosufficiente e capaci di sopravvivere per tre giorni, fare lo stoccaggio
di acqua, di cibo a lunga conservazione, di candele, fiammiferi e batterie,
assicurarsi di poter bollire l’acqua senza accedere alla corrente elettrica o al
gas, di avere fatto la scorta di farmaci e di possedere un kit completo di pronto
soccorso. E, infine, soprattutto, in caso di incidente nucleare assicurarsi di
avere a disposizione delle compresse di iodio». Naturalmente «potresti non
aver bisogno di mettere in pratica tutti i consigli. Ma è bene essere preparati».

Preparati a fare cosa,
Laila Reenberg, Direttrice della “Danish Emergency Management Agency” non
lo dice esprssamente, ma anche gli imperturbabili bambini danesi hanno capito.
Preparati a restare a casa, è la guerra bellezza! È, dunque, iniziato il tempo
apocalittico delle file al supermercato per comprare compresse allo iodio? Sì, a
giudicare dalle brochure dei grandi negozi di elettronica che in queste ore
promuovono in tutta la Danimarca grandi offerte di generatori di energia per la
casa, richiamando l’attenzione sul messaggio governativo. Certo, non siamo
ancora ‘tecnicamente’ alla terza guerra mondiale, ma l’economia di guerra ha
già da tempo cominciato a produrre i suoi profitti e non ha alcuna intenzione di
smettere. Se ne parlerà anche nel panel su L’Unione europea tra warfare e
welfare. 
*ordinario di diritto costituzionale, Uniurbino.