LA SCOMUNICA. Intervista a Gratteri: Era un secolo che aspettavamo queste parole. ENRICO FIERRO

LA SCOMUNICA. Intervista a Gratteri: Era un secolo che aspettavamo queste parole. ENRICO FIERRO
nicola-gratteri      di ENRICO FIERRO* - Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, ma anche autore di un libro (Acquasantissima, scritto con lo studioso Antonio Nicaso) e di interviste sul rapporto mafia-chiesa che hanno provocato non poche polemiche, è fuori dalla Calabria. Per telefono gli leggiamo le parole del Papa: "I mafiosi non sono in comunione con Dio. Sono scomunicati".

Cosa ne pensa, dottor Gratteri?

È fantastico, sono parole di una potenza straordinaria, quello del Papa è un discorso coraggioso che aspettavamo da un secolo.

Cambierà qualcosa in Calabria e nell`intero Sud nel rapporto tra Chiesa e mafie?

Certo, perché mai un Papa si era spinto così tanto nel definire compiti e responsabilità della Chiesa e dei cattolici nell`impegno contro mafia, corruzione e malaffare politico. Se devo dire quello che penso davvero, affermo che quella di ieri è stata una giornata storica per la Calabria.

Quando uscì Acquasantissima, il libro che lei ha scritto col professor Nicaso, ci furono molte polemiche con i vertici calabresi della Chiesa, penso a monsignor Morosini, il vescovo di Reggio Calabria.

Acqua passata, non voglio parlare delle polemiche, mi interessa riflettere su cosa cambia da ieri, dopo le parole nette di papa Francesco. Quel discorso e la scomunica chiara della `ndrangheta sono insieme un invito e un ordine. Un invito per i cattolici e un ordine per vescovi e preti. Mai più ambiguità nel rapporto con boss e picciotti, mai più processioni-vetrina per la `ndrangheta, mai più santuari a disposizioni di ritualità criminali. Mai più una Chiesa che si volta dall`altra parte.

Lei ha parlato di un Papa che rischiava tanto.

Sì, quando decise di mettere le mani sulle finanze vaticane il Papa scelse di correre rischi seri.

E adesso, dopo la scomunica?

Adesso sarà dura, perché la `ndrangheta ha subito un colpo forte dal punto di vista dell`impatto mediatico. Penso alle coscienze di tanta gente illuminate dalle parole di Francesco, a chi grazie a quelle frasi può ritrovare coraggio. Ora i boss sono meno credibili sul loro territorio. Ma ora tocca a noi essere all`altezza del coraggio del Papa. Tocca a noi sconfiggere i comportamenti che sono alla base della cultura mafiosa, tocca a noi denunciare, pretendere giustizia e diritti e non chiedere favori. E lo dico con nettezza: tocca a noi stare vicini a quei sacerdoti che sul territorio si battono a viso aperto contro le povertà vecchie e nuove e contro ogni forma di prepotenza e arbitrio.

*Giornalista, inviato dal Fatto quotidiano. Questa intervista viene qui proposta con l'esplicito consenso dell'autore che zoomsud ringrazia.