«God Blessed Calabria – afferma Oreste Sergi Pirrò - è uno spiraglio storico straordinario sulla Calabria. Le immagini raccontano una storia di grande interesse e grande fascino, nella quale il mito, la fede, la leggenda, le persone e i personaggi assumono un’aura straordinaria, insolita e inconsueta. L’arte e l’architettura, attraverso i luoghi, raccontano una terra consacrata e sacra e diventano pretesto per narrare la storia degli uomini e quella di Dio.
Sacra ai bizantini, ai normanni, ai monaci basiliani, benedettini e certosini che costruirono romitòri, innalzarono piccole chiese, ampie cattedrali, grange e possenti abbazie, in cui spazi e volumi, in un millenario ecumenismo, fanno incontrare oriente e occidente, celebrando fasti passati e mute liturgie.
E’ la terra – prosegue Sergi Pirrò - sacra a santi greci e latini ma è anche terra di santi che hanno percorso e vissuto le sue montagne,come Gioacchino da Fiore e Bruno di Colonia, ed hanno solcato i suoi mari, come Paolo e Francesco di Paola.
Quel mare che ha aperto questa terra alla fede dei padri e ha accolto lo straniero secondo una remota tradizione di ospitalità.
Una fede che si esplicita soprattutto nella devozione alla Madre di Dio, venerata con titoli orientali e latini, il cui culto, legato ad antiche apparizioni o straordinarie conversioni, è ancora oggi sottolineato dalla presenza di magnifici e silenziosi santuari.
Arte, fede e pietà popolare che si manifestano anche nei riti e nelle devozioni. Antiche “còne” dipinte sui muri delle case o lungo le strade, spagnoleggianti processioni della settimana santa, altari addobbati a festa, vecchie litanie cantate alla Madonna o ai santi patroni, testimoniano ancora oggi, le tradizioni “greche” e “latine” delle diverse comunità di rendere pubblico il sacro e il divino non confinandolo, solo all’interno delle chiese.
Lo spazio sacro rappresenta, quindi – conclude lo storico - l’incontro più sublime di arte e fede che si raccontano nelle chiese e negli oratori, camminando tra navate e cappelle di antico patronato di nobili famiglie, sotto le volte e le cupole affrescate e stuccate da abili “magìstri”, dove è affascinante scoprire pale, quadri, statue, altari, che, ancora oggi, parlano una koinè, mai dimenticata, nella quale lo spazio architettonico, le opere d’arte e la fede si uniscono per raccontare e percorrere l’eco della memoria».
Un percorso tutto da scoprire quello che delineerà Oreste Sergi Pirrò, le cui conoscenze di fine studioso saranno messe a disposizione del pubblico presente che potrà anche interagire, ponendo domande e offrendo riflessioni su quanto sarà detto.
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