LAMEZIA. Filo rosso, per pagare tutti il pizzo ai Giampà: i nomi dei fermati

LAMEZIA. Filo rosso, per pagare tutti il pizzo ai Giampà: i nomi dei fermati
Dai piccoli esercizi commerciali alle grandi aziende, tutti vittime di estorsioni e minacce e costrette e pagare il “pizzo” alla cosca Giampà di Lamezia Terme. Nonostante avessero già vissuto un periodo in carcere, dopo le operazioni “Medusa” e “Perseo” contro la cosca di ‘ndrangheta, alcuni esponenti erano tornati in libertà ed avevano ripreso l’attività criminale, costringendo i negozi a pagare o con merce anche di poco valore oppure attraverso la richiesta periodica di somme di denaro, anche ingenti. È questo il quadro che emerge dall’operazione “Filo rosso” condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro, dal Commissariato di polizia di Lamezia Terme, con la collaborazione del Servizio centrale operativo e con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Per costringere gli imprenditori a pagare, gli esponenti della cosca avrebbero utilizzato le intimidazioni con bottiglie incendiarie e danneggiamenti con ordigni esplosivi davanti agli esercizi. Ma la polizia ha anche ricostruito diverse attività di spaccio di sostanze stupefacenti, a conferma di un’organizzazione criminale impegnata su più fronti. Saverio Giampà, uscito dal carcere per fine pena nell’ottobre 2016, insieme a due affiliati sottoposti ancora uno agli arresti domiciliari e l’altro alla sorveglianza speciale, avrebbe ripreso l’attività criminale, non sapendo però di essere intercettato in ogni suo spostamento. Tra le intimidazioni portate a termine, anche un ordigno artigianale posizionato davanti al cancello del cantiere per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport di via del Progresso per costringere la ditta impegnata nei lavori a cedere alle richieste estorsive. Le indagini hanno anche evidenziato la netta contrapposizione tra la cosca Giampà e il clan dei Torcasio, storici avversari, al punto che dopo l’operazione della Dda contro i Torcasio per detenzione di armi, i Giampà avrebbero avuto momenti di fibrillazione perché preoccupati del possesso di altre armi da parte degli stessi rivali. Per scongiurare eventuali delitti, la polizia ha quindi deciso di chiudere le indagini e portare a termine l’operazione. Nell’ambito dell’operazione, denominata, “Filo Rosso”, sono stati fermati, a Lamezia Terme, Gianluca Giovanni Notarianni, alias “Luca”, 24 anni; Saverio Giampà, 30 anni; Pasquale Notarianni, 31 anni; Luigi Leone, 33 anni; Giuseppe Cappello, alias “Cutulicchio”, 33 anni; Michele Bentornato, alias “U Grassu”, 32 anni Fabio Vescio, 20 anni; Alessandra Folino, 31 anni; a Pizzo Calabro, nel Vibonese, invece, è stato bloccato Michael Mercuri, 28 anni.