ROMA. Sequestrati beni per 1 mln a Giandomenico Monorchio, figlio di Andrea, ex ragioniere dello Stato

ROMA. Sequestrati beni per 1 mln a Giandomenico Monorchio, figlio di Andrea, ex ragioniere dello Stato
Un milione di euro di beni - tra personali e di una societa' a lui riconducibile - sono stati sequestrati dai carabinieri a Giandomenico Monorchio, figlio di Andrea, ex Ragioniere generale dello Stato. L'imprenditore cinquantenne e' indagato per corruzione nell'inchiesta della procura di Roma su una rete di affaristi e funzionari pubblici che sarebbe stata costituita per pilotare appalti milionari, dalla tratta Alta velocita' Milano-Genova all'A3 Salerno-Reggio Calabria. I militari del Nucleo investigativo di Roma hanno proceduto al sequestro dopo che il Gip ha accolto la richiesta del pm Giuseppe Cascini. Il giudice ha invece negato una nuova ordinanza di custodia cautelare a carico di Monorchio. Quest'ultimo era stato assieme al figlio dell'ex ministro dei Lavori Pubblici Pietro Lunardi, Giuseppe, il nome eccellente nell'operazione 'Amalgama', con 21 arresti nell'ottobre scorso. Erano considerati responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per ottenere contratti di subappalto nella realizzazione di opere pubbliche. I beni per un milione di euro sequestrati a Monorchio jr sono considerati "profitto dei reati di corruzione al medesimo contestati", secondo i carabinieri. Ad aprile 20 delle 21 persone coinvolte sono state rinviate a giudizio; la posizione di Monorchio e' stata stralciata per un difetto di notifica. I carabinieri ritengono di aver acquisito "gravi indizi di colpevolezza", "nel periodo compreso tra novembre 2016 e gennaio 2017, e che evidenziano nuove condotte illecite accertate". "La tipologia dei delitti e le modalita' con le quali il Monorchio Giandomenico e' solito destreggiarsi - scrive il Gip Gaspare Sturzo nell'ordinanza del 13 luglio che autorizza il sequestro - mediante societa' interposte, prestanome di quote societarie, modelli sistematici di corruttele, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti volte a conseguire il profitto illecito, mostra l'estrema abilita' di quello e la sua attuale e concreta capacita' di occultare i beni al fine di evitare la confisca obbligatoria". Il Gip ha anche imposto l'obbligo di dimora ad Antonino Picca, ingegnere, un altro degli indagati. L'inchiesta si chiama "Amalgama" per la pessima qualita' dei materiali che sarebbero stati utilizzati dalle aziende coinvolte nel giro. Causa, scriveva il magistrato, alla base dei crolli e dei malfunzionamenti delle opere pubbliche realizzate.