La mia vita (felice) con Black, Boss e Pierre

La mia vita (felice) con Black, Boss e Pierre
Io amo i cani.
Penso di essere stata un cane in una precedente vita, perché provo una profonda empatia per questi meravigliosi esseri pelosi e intelligenti. Una calda emozione mi pervade quando li incontro e piango sincere lacrime per i più sfortunati. Sono reazioni a volte esagerate ed è per questo che sono fermamente convinta di avere già avuto una vita sotto spoglie di cane.

Ho avuto 4 cani ed una quantità non ben precisata di gatti. Il mio primo cane era un barboncino bianco candido di nome Black. Mio padre ha scelto il nome, mio padre amava le contraddizioni, l’ironia, i contrasti. A me, che avevo appena 10 anni, la cosa piacque. Qualunque cosa facesse o decidesse mio padre, per me era perfetta. A quel tempo, lui era ancora il mio eroe.

Black era un cagnolino dolcissimo che è venuto a mancare di vecchiaia a 14 anni. Non voglio raccontare, né ricordare come se n’è andato Black, né gli altri miei cani, nonostante io abbia voluto vivere le loro dipartite sempre in prima persona. Mi piace pensare che abbiano attraversato il ponte dell’arcobaleno semplicemente quando è giunto il loro tempo.

Ho voluto molto bene a Black, è cresciuto insieme a me, ma non era il mio cane, era il cane di famiglia, era il mio fratellino peloso e mia madre si occupava di lui. Il primo grande amore della mia vita si chiamava Boss. Un grande Labrador nero con una piccola macchia bianca sul petto e due nel retro delle zampe anteriori, in basso, perfettamente simmetriche. Un cagnone felice e simpatico, amato da tutti, soprattutto da me.

Boss mi ha seguito dappertutto, a fare shopping, a trovare le mie amiche, a visitare i parenti in giro per l’Italia, in bagno, nelle stanze mentre cercavo di passare l’aspirapolvere. Boss dormiva in letto con me, come tutti i miei cani e gatti, d’altronde, e spesso me lo trovavo sul cuscino sopra la testa. Boss ha viaggiato in macchina, in treno, in aliscafo, persino a piedi in escursione alle isole Eolie. Boss ha percorso con me un pezzo della mia avventura terrena, mi ha accompagnata e molto spesso protetta solo con la sua presenza, ha reso più leggera la mia vita, come mai nessun essere umano è riuscito.

È solo un cane? Si, il mio cane. E quando mi guarda io lo so che sta leggendo dentro di me. Il dialogo con il tuo cane non passa attraverso i canali delle informazioni tra umani. Procede verso altre vie, passa attraverso l’olfatto, le vibrazioni cutanee, i battiti del cuore. Un cane, il tuo cane, comprende i tuoi stati d’animo perché il tuo odore cambia a seconda che tu sia malato, spaventato o felice. Il tempo di intesa è immediato perché non è veicolato da parole, ma da sensazioni che viaggiano come onde elettromagnetiche e non hanno bisogno di tempo per essere trasmesse, perché sono già decodificate.

Il mio secondo amore-cane si chiamava Pierre, un meticcio che ha vissuto due anni in canile e che all’età di 4 anni è approdato a casa mia. Il piccolo Pierre era un incrocio di Schnauzer medio, con il caratteraccio dei cani da guardia di origine tedesca; coraggioso e temerario, Pierre ha litigato con ogni cane maschio del nostro quartiere, che pesasse 10 chili o 50, dove c’era rissa tra cani lì c’era Pierre.

Pierino, come lo chiamavo a volte a causa delle sue marachelle, con le cagnette femmine era invece un vero “provolone”. Affettuoso, simpatico e protettivo con me e con la mia famiglia, altezzoso, snob e schivo con il resto del mondo. Un cagnolino bello e proporzionato con il carattere di una tigre.

Black, Boss e Pierre vivono dentro di me, ed io mi porto nel profondo dell’anima e nei gesti di ogni giorno tutte le meraviglie che mi hanno insegnato. Adesso vivo con mia madre, il mio gatto Spok e la piccola Uma, la mia super cagnetta vispa, intelligente e dolcissima. Una forza della natura, Uma dorme pochissimo, mangia come un bue e corre veloce come una gazzella. È una nera meticcia da caccia snella,
leggera come un levriero in miniatura e saltellando, ballonzolando, scodinzolando qui e là, mi rende leggero ogni giorno. Lei sa cosa mi serve e io so cosa serve a lei. Uma non chiede e non chiederà mai nulla, lei sa solo dare, in cambio di una carezza. Come tutti i cani di questo e quell’altro mondo.