Troppe informazioni sul Covid. Spesso contraddittorie anche se sostenute da fonti 'autorevoli'. Lo sostiene un'indagine di Reputation Science - società che in Italia si occupa di analisi e gestione della reputazione - che ha analizzato dichiarazioni e interventi di virologi, medici ed esperti dal 1 febbraio al 20 novembre 2020.
Lo studio muove dal 'sovraccarico' di informazioni dei media: solo sul web – durante la pandemia - gli utenti sono entrati ogni giorno in contatto con oltre 230 contenuti generati da virologi per un totale di oltre 70.000 contenuti.
Valutazioni molto diverse sulla gravità della pandemia e sulle misure di contenimento da adottare. Tra i virologi, i piu' prudenti sono stati Fabrizio Pregliasco e Massimo Galli; su posizioni opposte Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti. Sul fronte della coerenza al primo posto resta Pregliasco, mentre all'ultimo posto, la piu' 'incoerente' per le posizioni espresse, Maria Rita Gismondo.
Lo studio sottolinea un 'doppio livello di incoerenza'. Molti esperti hanno cambiato posizione col passare del tempo e si è assistito a una forte divergenza tra le opinioni sulla gravità della pandemia e la severità delle misure di contenimento.
Alcuni virologi hanno scelto di parlare quando il trend dei contagi era in aumento, come Roberto Burioni, o, al contrario, quando diminuivano, come Zangrillo. Altri 10 esperti hanno mantenuto tempistiche di intervento pressoché costanti. Alcuni hanno dominato la scena mediatica nei primi mesi e hanno ridimensionato le proprie presenze in seguito.
Le oltre 120 dichiarazioni rilasciate ai media, ed esaminate dallo studio, sono state analizzate attraverso due indici numerici: l’indice di allerta, l'orientamento prevalente di ciascun esperto rispetto alle misure da adottare, e il 'grado di coerenza' tra le opinioni espresse nel tempo da ciascuno.
INDICE DI ALLERTA. Le tesi proposte dai virologi sono state spesso antitetiche e l'indice di allerta elaborato da Reputation Science indica l'opinione media dell'esperto in merito alle soluzioni per contenere la pandemia secondo una scala che va da -5 (misure di contenimento minime) a +5 (misure di contenimento massime). Le posizioni degli esperti occupano la quasi totalità del range: si va da quelle piu' prudenti di Pregliasco, Ricciardi, Galli, Locatelli e Burioni (+4,5/+3,5) a quelle totalmente opposte di Zangrillo (-2) e Bassetti (-3).
Nel dettaglio, per 6 virologi su 12 il virus SARS-CoV-2 è molto pericoloso, altri 6 hanno affermato almeno una volta che non ha un'elevata mortalità; il lockdown trova il favore di tre quarti del campione, un quarto è contrario. E ancora: favorevoli al coprifuoco solo 6 esperti; piu' di un virologo su due non ritiene affidabili i dati diffusi dal Governo. Persino sull'App Immuni,strumento pubblicamente sostenuto dal Governo per monitorare il contagio, non vi è unanimità: lo ritengono utile solo 8 virologi su 12.
INDICE DI COERENZA. E’ stato ricavato calcolando la diversità di opinione del soggetto nel corso del tempo. Il punteggio ottenuto tiene quindi conto delle diverse posizioni assunte durante i mesi della pandemia. Fabrizio Pregliasco con 9,67 presenta l'indice di coerenza più alto, seguito da Franco Locatelli (9,11); Matteo Bassetti (8,02); Massimo Galli (7,57); Antonella Viola (7,49); Walter Ricciardi (6,41); Roberto Burioni (4,21); Alberto Zangrillo (4,13); Ilaria Capua (3,95). L'indice di coerenza più basso è dei tre esperti le cui dichiarazioni sono state piu' incoerenti nel periodo di riferimento preso in esame: al decimo posto Giorgio Palù con un indice di coerenza di 3,09, all'undicesimo Andrea Crisanti (3,05), al dodicesimo Maria Rita Gismondo (0,75).
Auro Palomba, presidente di Reputation Science, osserva che "dalle analisi emerge in modo molto chiaro come il flusso di comunicazione innescato dagli esperti sia stato eccessivo e incoerente". E aggiunge: "Stiamo vivendo un momento di forte incertezza, ed ora piu' che mai è necessario comprendere in modo chiaro i meccanismi della comunicazione, il peso che singole parole e messaggi piu' articolati possono avere sulla percezione e sui livelli di ansia delle persone, gia' sottoposte a forti pressioni dal contesto attuale".
Purtroppo - prosegue critico - stiamo assistendo a molti singoli professionisti che stanno utilizzato la ribalta mediatica per promozione personale e ad esperti che stanno progressivamente perdendo la propria capacità di svolgere un ruolo di guida. Purtroppo, un effetto negativo di questo trend riguarda il fatto che rischia di ledere l'importanza delle misure e dei comportamenti fondamentali per limitare la pandemia".