REGGIO. Brogli elettorali, si aggrava con altri arresti il caso Castorina

REGGIO. Brogli elettorali, si aggrava con altri arresti il caso Castorina

Cinque arrestati e un funzionario pubblico interdetto. Prosegue l'inchiesta della Polizia sui brogli elettorali alle ultime comunali di Reggio Calabria del 20 e 21 settembre 2019. Ai domiciliari è finito di nuovo il consigliere del Pd Antonino Castorina, già arrestato lo scorso dicembre assieme al presidente di seggio Carmelo Giustra. Riscontrando le dichiarazioni di quest'ultimo - che aveva raccontato ai pm di un vero e proprio "accordo con Castorina" per far risultare il voto di anziani che in realtà non si sono mai recati al seggio - la Digos e' riuscita a ricostruire quello che il procuratore Giovanni Bombardieri ha definito "un quadro delittuoso ben piu' ampio".

Per il capo della Procura di Reggio, infatti, "l'indagine non è conclusa". Intanto, stamani, su richiesta del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo, il gip Stefania Rachele ha ordinato i domiciliari non solo per Castorina ma anche per il suo entourage: Giuseppe Saraceno, zio acquisito dell'esponente del Pd, Simone D'Ascola, Francesco Laganà e il giornalista Antonio Fortunato Morelli. Quest'ultimo, secondo i pm, avrebbe consegnato al presidente di seggio Giustra il pizzino con i nomi degli anziani con i rispettivi numeri di duplicati delle tessere elettorali che egli avrebbe dovuto inserire nel registro del seggio.

Tutti sarebbero stati "la longa manus" di Castorina. Il gip ha disposto, inoltre, la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio per il segretario della commissione elettorale comunale Antonino Covani. Nell'inchiesta è indagato anche, in stato di libertà, l'assessore al Welfare Demetrio Delfino. In qualità di ex presidente del Consiglio comunale, Delfino - rieletto al Consiglio lo scorso anno - e' coinvolto nell'inchiesta in relazione alla nomina di Castorina, avvenuta nel gennaio 2018, a componente della commissione elettorale comunale. Per i pm, infatti, quella autonomina era illegittima.

"Castorina - scrive il gip - aveva dato l'avvio alle operazioni di controllo dei presidi elettorali in vista della tornata elettorale del 2020, già molto tempo prima, ovvero ad inizio 2018 insediandosi senza alcun titolo quale membro prima e presidente poi, della commissione medesima". Tutto è avvenuto senza che nessuno, in Commissione rilevasse alcunchè. "Ciò - ha affermato Bombardieri - perchè non erano a conoscenza, per sciatteria, per connivenza o perche' dolosamente partecipavano a questo tipo di organizzazione. Questo lo stiamo accertando".

Si trattava di "un sistema che non e' stato contrastato da chi poteva farlo". Il procuratore aggiunto Dominijanni non ha dubbi e ha sottolineato la necessita' di modificare il metodo di registrazione dei voti altrimenti brogli come questi "sono destinati a ripetersi". Concetto ribadito dal gip Rachele: "Nulla esclude - si legge nell'ordinanza - che un sistema illecito così ampio ed evidentemente rodato venga attivato dagli indagati non solo in favore di Castorina ma che, ad esso, si attinga anche per influenzare il risultato di future competizioni elettorali". (fonte, ag)