di GIAN MARIA DIANO - Ho ritenuto opportuno inviare questa lettera per sottoporre alla vostra sensibilità un’ingiustizia che giornalmente mi trovo ad osservare da molto vicino, augurandomi che possa destare la vostra attenzione ed il vostro interesse.
Sono uno studente nato e cresciuto a Reggio Calabria, ma ormai "emigrato" da alcuni anni in Lombardia per intraprendere studi universitari in campo economico-finanziario. Sono giunto ormai al quarto
anno di studi nell’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, rinomata in tutto il mondo per il suo brand, simbolo di eccellenza e qualità nella formazione professionale dei giovani che vogliano trovare sbocchi lavorativi principalmente nel mondo dell’economia e della finanza.
Non casualmente specifico di essere un "bocconiano". Nel fare tale sottolineatura, non mi spingono la vanità o tantomeno la volontà di carpire una qualche forma di legittimazione sociale che sfrutti il prestigio di cui beneficia la mia università. Nonostante la "cattiva reputazione" della comunità bocconiana nell’immaginario collettivo (a causa delle recenti vicende politiche che hanno visto come protagonisti molti illustri laureati e professori dell’università), ritengo doveroso evidenziare come in questi anni mi siano stati comunicati valori quali la correttezza, "l’etica, la responsabilità dei comportamenti e delle azioni,…il rigore dei comportamenti, la cultura della legalità, l’equità, la solidarietà, l’attenzione al merito", giusto per citare solo alcuni degli elementi valoriali contenuti nel cosiddetto HONORE CODE che viene fatto sottoscrivere agli studenti prima del sostenimento di ogni esame.
Mi si presenta un’occasione in cui reputo possibile dimostrare di aver appreso e compreso tali virtù e di aver seguito correttamente gli indirizzi educativi trasmessi. L’obiettivo di questa mia lettera è far emergere uno dei malfunzionamenti più gravi della mia università; un’inefficienza che mette in dicussione, per molti studenti, il pieno esercizio del diritto allo studio, colonna portante dell’impianto valoriale della Bocconi.
In particolare, mi riferisco ai gravi errori commessi nell’assegnazione agli studenti dei benefici economici derivanti delle borse di studio: i parametri previsti per l’accesso alle risorse messe a disposizione prevedono un ISEE/ISEU massimo di 20,124,71 Euro (cifra esibita sul Bando ISU presente sul sito dell’università). Un tale strumento perequativo dovrebbe avere l’obiettivo di consentire il sostenimento degli studi anche a giovani promettenti che non possiedono le disponibilità finanziarie sufficienti a pagare la retta universitaria. Realmente, però, gli effetti di tale strumento non sono quelli auspicati: numerosissimi sono infatti gli studenti beneficiari di borsa di studio che non avrebbero diritto a tale agevolazione, poiché appartenenti a fasce di reddito (identificate dall’università) molto elevate. Ciò purtroppo avviene grazie elle elusioni fiscali poste in atto dagli abili commercialisti di famiglie ricche e benestanti, la cui reale ed ingente ricchezza sfugge al controllo degli uffici dell’università che hanno la responsabilità di erogare le borse di studio. Da sottolineare è come sia minima, anzi irrisoria, la percentuale di evasori che vengono individuati (tramite gli accertamenti effettuati internamente dagli organi universitari preposti) rispetto al totale dei casi effettivamente presenti.
Solo per far percepire meglio la significativa portata del fenomeno, vorrei evidenziare come sia frequente che alcuni dei " beneficiari" di borse di studio portino al polso Rolex da migliaia di euro, o addirittura, come ho scoperto recentemente, rimpolpino le fila dei nuovi "falchetti" di Fi, rampanti giovani appartenenti a ricche famiglie italiane che lanciano i propri figli verso carriere politiche di grande successo tramite la neonata Forza Italia 2.0. I "falchetti", come emerso da alcuni video pubblicati anche sul sito Reppublica.it, hanno la grande opportunità di partecipare a cene con politici di grande rilievo come l’on. Berlusconi, l’on. Verdini e l’on.Santanchè. A questo punto un’onesta e posata riflessione pare doverosa: per quanto si possa confidare nel buon cuore dei personaggi sopra elencati, e per quanto ormai diffusamente sia conosciuto il
carattere caritatevole e misericordioso del Presidente Berlusconi (che lo ha ripetutamente, come ben sappiamo, condotto ad operare in qualità di benefattore verso molte ragazze in difficoltà), è inevitabile ammettere che essere amici di famiglia del Presidente implichi una conoscenza radicata negli anni, che a sua volta presume la frequentazione dei salotti della "Milano bene", della "Roma bene" e più in generale dell’"Italia bene", il che a sua volta implica il mantenimento di tenori di vita molto elevati, ben diversi da quelli di un semplice ed umile borsista.
Al fine di fugare ogni dubbio riguardo un mio qualsiasi interesse personale nella denuncia di tale fenomeno, voglio evidenziare che il sottoscritto non ha mai beneficiato delle agevolazioni economiche derivanti dalle borse di studio poiché possiede, in virtù del lavoro dei proprio genitori, disponibilità finanziarie sufficienti a mantenersi gli studi universitari senza alcun aiuto economico messo a disposizione dalla università stessa. La mia denuncia mira a sollevare uno scandalo che danneggia le centinaia di studenti che vedono non riconosciuto il proprio diritto allo studio, ed a cui vengono sottratte migliaia di euro di agevolazioni, destinate invece a soggetti che perpetrano un’attività tanto immorale quanto illegale,l’evasione fiscale.