di FILIPPO AMBROGGIO* (riceviamo e pubblichiamo) - L’interessantissimo articolo di Dario Musolino, pubblicato nei giorni scorsi ed avente per titolo “La Gallico-Gambarie e lo spopolamento della montagna. Le opportunità, le condizioni” (link all'articolo) mi ha dato lo spunto per portare all’attenzione dei lettori (rectius “navigatori”) alcune mie riflessioni riguardanti un’altra Vallata, quella del Valanidi.
Dario Musolino, all’inizio del suo ragionamento, pone una domanda chiave: potrà quest’opera arrestate il progressivo spopolamento dell’area? Durante l’esposizione del suo pensiero, espressa con chiarezza, precisione e competenza, Musolino mette l’accento su alcune ricadute che la realizzazione di tale importante arteria potrebbe avere sul territorio quali la migliore mobilità, l’insediamento di nuove realtà produttive, lo spostamento delle residenzialità dai quartieri urbani alla Vallata e, più in generale, sulla qualità della vita degli abitanti della Vallata non escludendo, infine, gli effetti virtuosi che quest’opera potrebbe avere su un’area più vasta avendo il Parco dell’Aspromonte come attrattore.
Musolino pone tre condizioni-base affinché tutto ciò possa avvenire:
1. presenza di infrastrutture di base (scuole, servizi sanitari, telecomunicazioni);
2. sostenibilità dell’opera, in termini di rispetto del paesaggio e dell’ambiente e preservazione del patrimonio storico culturale esistente;
3. attuazione di una strategia di sviluppo da parte delle amministrazioni comunali in sinergia con quelle provinciali e comunali.
Nella Vallata del Valanidi, invece, la domanda che i suoi abitanti si pongono è - purtroppo - di altra natura: per quanto tempo ancora la Vallata può rimanere senza un’arteria adeguata alle esigenze del territorio e con una situazione di dissesto idrogeologico di allarmante gravità?
I cittadini del Valanidi, da più di sessant’anni, a partire dai mesi successivi alla tragica alluvione del 22 ottobre 1953, hanno profuso un infaticabile impegno allo scopo di poter finalmente dotare la Vallata di una strada degna di tal nome. E’ doveroso ricordare le battaglie che, negli anni Sessanta, Padre Barcelloni condusse insieme agli abitanti di Trunca per il completamento della strada provinciale che all’epoca si fermava a Rosario Valanidi oppure, sempre negli anni Sessanta, alla lotta per avere il servizio pubblico di autolinee (all’epoca AMA) al posto delle autolinee private, o ancora, alla fine degli anni Novanta, l’impegno profuso dal Comitato per il Valanidi, guidato dal compianto prof. Alfredo Minniti ed infine, più umilmente, l’attuale attività del Comitato Vallata del Valanidi che mi onoro di presiedere.
L’attività del Comitato Vallata del Valanidi si realizza sostanzialmente come azione di denuncia, opera di sensibilizzazione ed atti di proposta concretizzando le stesse con tutta una serie di azioni quali relazioni con Istituzioni, interviste, organizzazione di eventi, presenza sui media, partecipazione attiva sui social networks e tutte le altre iniziative che risultano utili alla mission del Comitato.
Recentissime ricerche universitarie del Dipartimento di Ingegneria IIES di Reggio Calabria, riguardanti il settore della viabilità e sicurezza stradale e avviate sul territorio hanno evidenziato la criticità dell’attuale sistema viario della Vallata del Valanidi che oramai è del tutto insufficiente ed inadeguato alle domanda ed alle prospettive di sviluppo del territorio.
Da queste ricerche si evince con chiarezza che le criticità dell’assetto attuale del territorio presentano tali punti:
- Accessibilità ridotta;
- Frazioni a rischio di isolamento;
- Modesti collegamenti verso monte (Campi di Motta, Monte Embrisi, Santa Venere);
- Rischio di ulteriore processo di abbandono delle aree interne;
- Penalizzazione dell’economia locale (aree industriali, aree produttive);
- Rischi per situazioni di emergenza.
Le criticità del sistema viario attuale (vecchia strada provinciale e strade comunali) si riassumono ulteriormente nei seguenti punti:
- Modeste caratteristiche plano-altimetriche;
- Sezione viaria insufficiente e fuori norma;
- Attraversamenti urbani contorti e colli di bottiglia;
- Frequenti punti di accesso laterali, carenza segnaletica;
- Tratte a rischio frane, vulnerabilità;
- Difficoltà di transito per mezzi pubblici e mezzi pesanti;
- Prestazioni degradate:
- Velocità commerciale = 31 km/h, Velocita bus = 20 km/h
- Livelli di sicurezza bassi.
Di contro, nel territorio si riscontra una forte domanda per una viabilità rispondente alle più elementari norme di sicurezza, con l’eliminazione dei colli di bottiglia, degli accessi laterali e delle situazioni di rischio e con una maggiore accessibilità territoriale, rimarcando tutto ciò anche al fine di facilitare il transito dei mezzi pubblici e mezzi pesanti.
L’adeguamento e la messa in sicurezza della Strada provinciale esistente dovrebbe, tuttavia, essere integrata da una nuova arteria il cui progetto - già redatto alla fine degli anni Ottanta – è, con piccoli accorgimenti, tuttora attuale.
La nuova arteria, partendo dallo svincolo di San Gregorio-Valanidi andrebbe a costeggiare l’argine destro del Valanidi bypassando tutta la zona di Trapezi-Croce Valanidi e servendo l’area medio ed alto-collinare rappresentata dai centri di Luppinari, Curduma, Oliveto, Paterriti, Candico, Rosario Valanidi, Serro Valanidi, Trunca e Santa Venere.
I problemi della Vallata del Valanidi però sono molteplici e, purtroppo, non si limitano all’inadeguatezza del sistema viario attuale.
Un’altra recente ricerca del Dipartimento Agraria dell’Università di Reggio Calabria, presentata in un recente convegno, ha messo in evidenza che, anche a causa di una piovosità media crescente negli anni, la fiumara del Valanidi ha iniziato a presentare dei caratteri di gravissima pericolosità soprattutto nei siti di accumulo - a valle - di materiale alluvionale.
Tale accumulo, in caso di eventi meteorologici di una certa entità ma non escludibili a priori, potrebbe causare immensi danni negli insediamenti industriali nell’area di Mortara-San Gregorio non escludendo, purtroppo, danni alle persone. Giova altresì ricordare che nella succitata area sono stati già realizzati o sono in corso di realizzazione il Centro agroalimentare, il deposito ATAM e il Canile Municipale oltre ovviamente alla presenza di insediamenti produttivi di minori dimensioni e del centro abitato di San Gregorio.
La realizzazione della strada golenica sul Valanidi, unita ad un’attenta realizzazione di opere di salvaguardia idraulica non è quindi più rinviabile anche perché lungo gli argini del Valanidi insistono le residue zone a destinazione industriale del Comune di Reggio Calabria. A tal proposito è opportuno segnalare che diversi imprenditori hanno rinunciato ad investire sul Valanidi per la mancanza di una adeguata strada di accesso. Si stanno perdendo, pertanto, le opportunità di sviluppo legate alla riqualificazione urbana, alla valorizzazione delle produzioni locali, allo sfruttamento delle energie rinnovabili, ai trasporti ed alla logistica, allo sviluppo delle aree rurali.
La realizzazione della strada sul Valanidi potrebbe inoltre svolgere una funzione di raccordo verso le aree interne (Santa Venere, Embrisi, Motta San Giovanni, Cardeto), con la valorizzazione dell’antica via verso l’Area Grecanica (Itinerario E. Lear, Strada dei Greci, Pentedattilo-Staiti-Palizzi-Condofuri-S.Lorenzo) anche nell’ottica dei percorsi legati agli itinerari turistico-religiosi (S. Nicola, Polsi).
Non si vuole neanche tralasciare il fatto che essa potrebbe anche configurarsi come il primo tratto di un collegamento veloce da tutte queste zone fino al Capoluogo consentendo la riduzione significativa dei tempi di percorso e l’alleggerimento dei volumi di traffico sulla SS 106 che, come noto ormai a tutti, non è più in grado di sostenere le attuali esigenze di traffico.
In aggiunta a quanto sopra esposto ed a ulteriore sostegno della realizzazione delle succitate opere, nella Vallata del Valanidi si rilevano motivi di interesse quali gli aspetti di carattere paesaggistico-ambientale, la presenza di piccoli borghi rurali che ancora conservano molti degli antichi caratteri storici e l’esistenza di alcune tipicità enogastronomiche capaci di polarizzare l’attenzione della città di Reggio.
E’ opportuno, infine, segnalare una significativa consistenza di coltivazioni a bergamotto.
Appare quindi chiaro ed evidente, alla luce di tutte queste considerazioni, l’importanza di una strada di collegamento, inquadrata nel contesto di un’incisiva azione di difesa idrogeologica del territorio, tra l’area medio-alto collinare della Vallata, la Statale 106 e la Città Capoluogo.
In mancanza di ciò, tutti i ragionamenti riguardanti la prevenzione dei disastri legati agli eventi meteorici, lo sviluppo e la crescita del territorio, la salvaguardia delle aree interne, il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali resteranno semplicemente delle vuote espressioni prive di significato reale.
*Presidente del Comitato “ Vallata del Valanidi”