di GIUSEPPE GANGEMI - Carmelina ha sempre pensato che, per gestire un esercizio commerciale in un settore artistico, occorressero studi artistici. Sa tutto del commercio al dettaglio perché è cresciuta nel negozio di frutta e verdura dei genitori, in paese. Ha appreso l’arte di fare pochi scontrini. La madre, pratica, le ha spiegato: “non aspettare l’ultima settimana del trimestre per emettere gli scontrini. Così insospettisci quei cornuti della finanza. Fai scontrini ogni giorno: hai dieci clienti, fanne tre; hai venti clienti, fanne sei; etc. Falli a quelli che non conosci”. E così via.
Appena finita la terza media, comunica ai genitori che non intende proseguire la loro attività nel negozio di frutta e verdura. “Avrebbe attivato un negozio di stampe antiche in una zona centrale della città di Reggio”. Così, l’anno dopo, frequenta, a Reggio, il Liceo Artistico. Dopo cinque anni, si fa consegnare dai genitori i soldi che questi, per decenni, hanno sottratto al rapace fisco, affitta un negozio in città e compra centinaia di stampe: dai piccoli fiorellini da regalare alle bambine alla grande stampa molto costosa.
Ma vende molti fiorellini e poche stampe di valore. Il guadagno non è quello che si aspettava. Finché non viene un facoltoso signore che chiese una carta geografica del 500, ma chiede anche una regolare fattura. Carmelina prende il suo intonso blocchetto delle fatture, si munisce di penna, comincia a compilare e si accorge che non sa calcolare l’IVA. I genitori non glielo hanno insegnato (chi vuoi che chieda una fattura per la frutta e la verdura che compra?) e nemmeno il Liceo Artistico.
È così che Carmelina comprende che, per avviare un’attività commerciale in un settore artistico, più che gli studi artistici, sono necessari gli studi matematici.
Il saper far di calcolo è necessario a chiunque abbia un’attività: commerciale, artigianale, amministrativa, marittima, industriale, criminale, etc. Mai sottovalutare il ruolo dei contabili nella società moderna. Sono il cuore e il nerbo della buona amministrazione pubblica e privata.
La classifica OCSE-Pisa sulla preparazione scolastica dei quindicenni piazza la Calabria ultima in Italia e prime Lombardia e NordEst (dal confine al Po). Forse è per questo che il NordEst, senza i trasferimenti di risorse statali operati nel NordOvest, ha potuto svilupparsi facendo praticamente da solo. L’importanza, per il NordEst, dei contabili la vedo dalle statistiche relative agli studenti che si iscrivono a Scienze Politiche, settore amministrativo: il 70% vengono da ragioneria e sanno costruire e gestire un bilancio; i migliori, quelli con i voti più alti, non arrivano alla fine del primo anno. Vengono (venivano, data l’attuale crisi) “rubati” dalle piccole e medie imprese già nei primi sei mesi dopo il diploma. Poiché sanno gestire la contabilità, entrano nel mercato del lavoro a 19 anni.
Il grande valore del saper far di conto è l’eredità che l’amministrazione austriaca (che ha sempre avuto rinomatissime scuole di ragioneria) ha lasciato alle Regioni che ha governato: Trentino, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia. Ecco perché, queste quattro Regioni sono al top della classifica italiana e tra le prime nel mondo. Ecco perché sono anche le più ricche.
La Calabria, invece, sta all’ultimo posto. Ed io domando e mi domando: come può questa regione sperare di avere una buona amministrazione se ha dipendenti pubblici che sanno poco di matematica? Come può questa regione sperare di industrializzarsi, in futuro, se i suoi giovani sanno poco di matematica?
È la scuola l’investimento prioritario per lo sviluppo. È la scuola la prima infrastruttura da costruire per unire la regione al mondo dei Paesi più industrializzati.