La Chiesa, che in Calabria parla come Francesco. Ms Galantino da Cassano a primo vescovo d’Italia

La Chiesa, che in Calabria parla come Francesco. Ms Galantino da Cassano a primo vescovo d’Italia

Francesco e Ms Galantino      di VITO BARRESI – Francesco di Roma? Non perde tempo e continua la sua lunga marcia per cambiare nel profondo il volto attuale della Chiesa Cattolica nominando, senza indugi, il vescovo di una lontana e dimenticata diocesi delle Calabrie, la periferica Cassano all'Jonio, monsignor Nunzio Galantino, nuovo segretario della Conferenza episcopale italiana.

Un incarico apicale assegnato a un vescovo semplice e dialogante, ma fortemente consonante e sintinizzato con il 'new deal' dello spirito francescano incarnato dal papa argentino, magari attento anche al dettaglio che Galantino continuerà a farsi chiamare ancora don Nunzio da tutti, chiudendo nel cassetto della rappresentanza e del cerimoniale il più retorico titolo di "eccellenza reverendissima".

Sta di fatto che un vescovo della regione più povera e sottosviluppata del Paese, afflitta da mali estremi come la ndrangheta, l'emigrazione giovanile, il degrado, la corruzione politica, da pastore degli ultimi si trova al posto di primo vescovo d'Italia, alla testa della più potente e influente struttura di comando della Chiesa Italiana, estremamente influente, come raccontano le cronache nazionali, sulle dinamiche e le scelte politiche del più importante paese cattolico europeo.

La nomina di un nuovo segretario generale della Cei si è resa necessaria per il funzionamento ordinario della segreteria generale e per tutta una serie di adempimenti che ne richiedono la presenza”, ha affermato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. “La nomina – precisa padre Lombardi – è ad interim: mons. Galantino ha tutte le facoltà del segretario generale ma per ora non è stato stabilito quanto durerà il suo mandato. Monsignor Galantino dovrà trasferirsi a Roma per buona parte della settimana ma al momento rimane vescovo di Cassano allo Jonio”.

Nel 2012 quando Galantino arrivò a Cassano nella sua diocesi rivolse un discorso incentrato sul dialogo tra le parti sociali: "il nostro futuro si gioca più nelle relazioni che non nella contrapposizione".

Un principio che probabilmente gli tornerà utile nei primi mesi del 2014, strategici per la definizione dei cambiamenti strutturali che il Papa vorrebbe fossero fatti alla Cei, primo tra tutti l'elezione diretta del presidente.

Antimilitarista dichiarato, amico di Don Tonino Bello apostolo della pace e del disarmo, Galantino ha sempre legato la sua pastorale agli insegnamenti del Concilio Vaticano II che restano nella prospettiva di una Chiesa in cammino”, una chiesa capace di rinnovarsi come “una straordinaria opportunità” di “spessore profetico” la “Sposa di Cristo” che predilige l’uso della “medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”, ossia il valore dell’insegnamento rispetto alla condanna.