di DONATO LEONARDO CARACCIOLO - Prima la TIA (Tariffa di igiene ambientale) e la TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) ed ora arriva la TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi) che grava sui cittadini che ormai sono esasperati, non solo per l’ennesima tassa che impone lo Stato, ma anche per una nuova piaga che incombe sulla città: I Rifiuti!
Il nuovo tributo ha come obiettivo la copertura finanziaria per intero del servizio di raccolta e di smaltimento rifiuti del comune di residenza, e dovrebbe garantire il 100% della raccolta rifiuti ogni giorno; inoltre si prevede anche una maggiorazione che dovrebbe finanziare l’illuminazione pubblica e la manutenzione stradale; dovrebbe, perché se andiamo a vedere la situazione nelle diverse zone della città ci troviamo davanti a: voragini che sembrano dei cantieri aperti nelle strade che vengono coperti da oggetti di qualsiasi genere per evitare danni alla popolazione; masse di rifiuti che vengono abbandonate alla degradazione che a volte vengono anche bruciate da qualche incivile che provoca danni sia ai residenti della zona che all’ambiente.
Questa situazione, come quella dei rifiuti, della manutenzione delle strade ecc., è risultato del mancato lavoro dello Stato? Oppure è colpa anche della nostra negligenza? Della nostra mentalità? Oggi nelle città calabresi chi porta il cane a fare i propri bisogni non porta il kit necessario per la pulizia dei bisogni ed anzi se qualcuno fa notare al proprietario della bestiola che si sta comportando in modo incivile, verrà aggredito con un “io mi ndi futtu, u fannu tutti!”; e questa non è l’unica della gravi inciviltà che troviamo, ma purtroppo nessuno ha il coraggio e la voglia di cambiare tutto questo, perché viviamo nell’omertà, nel” non vitti nenti” e frasi similari. Viviamo nella mentalità del “tantu aiu l’amicu”, non c’è la voglia di fare e di cambiare questa città, non si vuole migliorare.
Allora la colpa della nostra emergenza rifiuti è statale o sociale? Ovviamente i cittadini non vogliono pagare una tassa se non c’è un servizio adeguato, ma non si può nemmeno pretendere di sporcare un’intera città e poi volere qualcuno che viene a pulire immediatamente; lo Stato siamo noi, e tocca a noi cambiare le cose. Ci sono diversi fattori che hanno portato la nostra città, come molte altre della nostra Regione e di tutta l’Italia a questa situazione di emergenza rifiuti. Eppure se si va sul Corso di Reggio, Cosenza o Catanzaro o in altre zone popolate delle città, tutto scorre come se nulla fosse, il cittadino si lamenta “dei politici corrotti che non fanno altro che mangiarsi i soldi”, eppure continua a vivere tranquillamente la giornata accanto a masse di rifiuti in fiamme, enormi voragini nelle strade e dissesti in tutto il territorio cittadino. La domanda sorge spontanea ai più: cosa si può fare allora se la situazione sociale e mentale cittadina verte in questi condizioni?
Per aiutare il lettore a potersi formulare una risposta riporto l’articolo 1 e 4 della Dichiarazione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future : “Le generazioni presenti hanno la responsabilità di sorvegliare affinché i bisogni e gli interessi delle generazioni future siano pienamente salvaguardati (ART.1)”, “Le generazioni presenti hanno la responsabilità di trasmettere alle generazioni future una Terra tale da non essere un giorno danneggiata irrimediabilmente per via dell'attività umana. Ogni generazione, che riceve temporaneamente la Terra in eredità, dovrà vegliare ad utilizzare in maniere ragionevole le risorse naturali e a fare in modo che la vita non sia compromessa dai mutamenti nocivi sugli ecosistemi e che il progresso scientifico e tecnico in tutti i campi non leda alla vita sulla terra(ART.4)”. Ai posteri l’ardua sentenza…