di MARIA C. LANZETTA (riceviamo e pubblichiamo) - Esprimendo la mia piena solidarietà e vicinanza alla Presidente della Camera Laura Boldrini, concordo pienamente con quanto scrive Maria Franco, anche con riferimento alla mia esperienza di sindaco e di molte altre donne impegnate nelle amministrazioni e nei luoghi di lavoro.
Con il web, la cultura della liberazione, della emancipazione e della libera espressione, intesa come dialettica democratica, è stata sottoposta – in nome della libertà-anonima-virtuale dei social network - ad un velocissimo rewind che ha condotto fino alle “abitudini” primordiali del rapporto uomo-donna. Le statistiche dicono infatti che il 90% delle molestie e degli insulti online riguarda le donne ed è la conferma che il comportamento dei grillini è soltanto la punta di un iceberg che vede le più svariate persone, apparentemente “per bene”, farsi portatori di una cultura politica imperniata sulla volgarità e sull’insulto, utilizzata come strumento di auto-marketing digitale.
Purtroppo è anche la conseguenza di mancanza di regole e di un lassismo espressivo senza precedenti in nome della cosiddetta “libertà della rete”; un permissivismo che nella vita di ogni giorno, nelle strade, nelle piazze, negli uffici, ecc. verrebbe ritenuto inaccettabile, forse con conseguente reazione anche fisica. Una tolleranza che già, a suo tempo, è stata però innescata e tollerata in molti dibattiti televisivi e dal turpiloquio di Umberto Bossi difeso dai “fucili” della padania”, a parte qualche rimbrotto degli “avversari” politici che innescava altri insulti e altri fucili leghisti. E così, oggi, non possiamo che raccogliere i frutti di tanta “libertà”.