Chi tra Comune e Soprintendenza tiene in ostaggio il salotto buono di Reggio?

Chi tra Comune e Soprintendenza tiene in ostaggio il salotto buono di Reggio?
basole1   Basole e cantieri, Comune e Soprintendenza, crisi e ripresa agognata. Sono i termini più utilizzati da circa una quarantina di titolari di esercizi commerciali insistenti sul lato nord del Corso Garibaldi. Al confine con il nuovissimo e prestantissimo Museo Archeologico della Magna Grecia. Dove, per intenderci, i resti di un cantiere predisposto per la ripavimentazione di quello che in passato veniva chiamato “u stratuni”, stanno diventando materia per studiosi… della Soprintendenza stessa.

I commercianti, in realtà hanno ormai poca voglia di scherzarci su. Anzi, il disappunto e la rabbia per quanto sta accadendo, monta di giorno in giorno.


Mercoledì sera, hanno risposto in massa al richiamo di Confcommercio che ha proposto l’ennesimo tavolo di confronto tra i rappresentanti di palazzo San Giorgio e i negozianti. Ormai disposti a tutto pur di rivedere riaperto quel tratto di strada.

L’assessore alla Pubblica Sicurezza e Legalità, Giovanni Muraca, presente per il Comune, ha illustrato i termini della questione. Che ormai è nota quasi a tutti, anche se non si riesce ancora a capire quanto sarà lungo lo stop.

In sostanza (e in sintesi) la Soprintendenza ha imposto il riutilizzo delle basole a suo tempo rimosse dal Corso Garibaldi. E se prima aveva indicato tra via Foti e via Giudecca il loro riposizionamento, da qualche tempo ha deciso di estendere il loro riutilizzo anche nella parte nord del Corso Garibaldi. Il numero delle basole occorrenti a questo punto potrebbe non bastare, visto che alcune sono state maltrattate o comunque non sono più riutilizzabili. Quindi, sempre la Soprintendenza, ha chiesto il riconteggio e la catalogazione delle stesse. Qui si è inceppato il carro. I lavori sono fermi da tempo. E i commercianti non ci stanno.

D’altra parte, chi ha l’ardire di avventurarsi sul quel tratto di Corso, nei pressi del Museo, lo deve fare considerando i tempi di transito. Il cantiere che occupa la carreggiata è talmente ampio da ridurre il “passeggio” ad una sorta di fila indiana. Tutti uno dietro l’altro…

Ora i commercianti hanno deciso di darsi una mossa vera. Se entro oggi, più o meno all’ora di pranzo, non otterranno buone nuove, procederanno ad un simbolico sit in davanti all’ingresso del Museo. All’assessore Muraca, e con la mediazione della generosa direttrice di Confcommercio, Marisa Lanucara, hanno chiesto in attesa di chiarire il da farsi, che venga ripristinato lo stato dei luoghi, asfaltando il tratto strada per il tempo necessario alla ripresa effettiva dei lavori.


Non si capisce ancora quali saranno le chances di successo per la proposta avanzata dai commercianti, ma un fatto appare chiaro: una certa incomunicabilità tra Comune e Soprintendenza sta tenendo in ostaggio la strada principale della città. È più svogliato il Comune o chi aveva il compito di custodire con tutti i crismi le basole, o è eccessivo il potere di controllo e di conseguenza le richieste avanzate dalla Soprintendenza?

Il punto è che i lavori sul Corso Garibaldi non finiranno certo a settembre. E se per le feste mariane è già allo studio un percorso alternativo per la processione della Sacra Effigie, che dovrebbe invece trovare una Piazza Duomo tirata a lucido, viene da domandarsi che ruolo e che peso hanno le categorie produttive in questa città. Una città ferma al palo. Dove i lavori pubblici, anche senza l’intervento diretto della criminalità, non finiscono mai. Neanche di stupire…