RECENSIONI. Francesco Pileggi, Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer, Rubbettino

RECENSIONI. Francesco Pileggi, Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer, Rubbettino

Un paese di Calabria, col mare lontano, i padri emigrati, le madri sempre occupate, il maestro Pietro che, a scuola, racconta di Ulisse e decanta le bellezze della loro terra, e otto ragazzini che passano molto tempo insieme, sopra e sotto un albero di limone. Siamo nel giugno del 1973 – Allende è ancora il presidente del Cile e il nipote di Paul Getty sta per essere rapito. Attraverso la voce di una radio, il mondo arriva anche a loro, frammenti di eventi che, in qualche modo, si depositano nella mente e, sotto i loro occhi, accadono “terremoti” che tolgono fiato e parola, ma la loro passione, quella che più li unisce è il pallone: “Crescere senza un padre accanto non era un dramma, anzi ci sentivamo pure fortunati allora. Eravamo quelli che potevamo giocare a pallone fino a tardi la sera. Le nostre finestre erano silenziose, nessuno affacciato a urlarci di rientrare perché era troppo tardi per starsene fuori. Le nostre madri avevano sempre qualcosa da fare. Fu così che nacque la nostra squadra di calcio”.

Tutta da leggere la vicenda che porta i ragazzi e, poi, le loro madri a indossare la maglietta con i colori e il numero di Franz Beckenbauer, il kaiser che, nella partita del secolo di tre anni prima – Italia -Germania, 4 a 3 – aveva giocato con una fasciatura che l’aveva costretto a tenere la mano sempre sul cuore.

Il calcio come mito collettivo cui ancorarsi: e, addirittura, non solo dalla parte di chi perde (Baggio è rimasto Baggio, o forse lo è diventato ancora di più dopo il rigore sbagliato dei Mondiali 94), ma addirittura dalla parte dello “straniero” (che straniero è fino a un certo punto, visto che la Germania costituiva casa e lavoro dei padri emigrati)

Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer del lametino Francesco Pileggi, regista teatrale e film-maker, edito da Rubbettino, è un libro tenero e aspro, che parte come una favola e diventa un pezzo della storia della Calabria, con la frattura dell’emigrazione che segna la vita dei singoli e della collettività.

Gli otto compagni richiamano alla mente i ragazzini della Morante: gli unici esseri che, nonostante tutto, con la loro ingenuità, il loro sguardo pulito e stupito, la poesia dei loro sogni, il dono di immaginare e sfidare il futuro – possono salvare il mondo.

Francesco Pileggi Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer, pp.166, euro 13, 30