L’ANALISI. Il Porto di Gioia Tauro per l’Italia e per l’Europa

L’ANALISI. Il Porto di Gioia Tauro per l’Italia e per l’Europa

Venticinque anni sono appena trascorsi dalla istituzione della Capitaneria di porto e della Autorità portuale e sono già mutate percezione e fruizione del porto di Gioia Tauro (come peraltro argomenta e sostiene Svimez) luogo che, nel bene e nel male, connota la Calabria lungo la propria storia, ancora oscillante tra sogni e delusioni.

E venticinque anni sono decorsi dalla presentazione a Bruxelles del Master Plan – piano di sviluppo del porto di Gioia Tauro, la prima sperimentale pianificazione di un porto da parte dello Stato. Oggi, con 3,5 milioni di teus, è il primo scalo italiano per il movimento delle merci nel Mediterraneo. La data del 22 novembre 1971 è tra quelle che meglio si prestano a rappresentare il cambiamento di assetti nella storia del Mezzogiorno, poiché simbolicamente segnala la presenza dello Stato in un territorio della Calabria, effigiata di volta in volta come “far west Italia” o addirittura “l’inferno”. La ’ndrangheta a Gioia è ancora insidiosa e prova a scaricare tanta droga dai container in arrivo dal Sud America, ma sono ora presenti, nella sola area del porto, centinaia di carabinieri, poliziotti, guardie di finanza e c’è la magistratura che vigila e interviene. Lo Stato si manifesta adesso, come forse mai era successo prima, a presidio di un territorio di cui ora rivendica il pieno controllo. Proteggere il porto che oggi dà lavoro a oltre 2000 persone significa investire sul futuro e consentire a migliaia di famiglie di vivere onestamente, schierarsi con lo Stato e le sue articolazioni operative.

Il 2 dicembre 2022 si è svolta la cerimonia per la cittadinanza onoraria, conferita alla Capitaneria di Porto, nell’aula del Consiglio Comunale di Gioia Tauro. In apertura il Sindaco ha sottolineato la funzione preziosa che la Capitaneria di Porto esercita per la sicurezza e la legalità a mare e lungo le coste.

È auspicabile, perciò, che il 25° anniversario – che celebra una sfida vincente – diventi l’occasione per discutere non solo di un porto, ma delle potenzialità straordinarie che proprio dalla Calabria e dal Mezzogiorno si appalesano per l’Italia tra Europa e Mediterraneo. E poiché lo scalo di Gioia ancora oggi è più conosciuto dai tedeschi, dagli americani, dai cinesi che dagli italiani e dagli stessi calabresi, obiettivo prioritario di questo libro è quello di contribuire ad ampliare l’attenzione generale su una possente leva per lo sviluppo e la coesione Nord-Sud….

…Il porto è il risultato di una sfida eccezionale con più protagonisti: dai responsabili delle varie Istituzioni alle mobilitazioni di popolo.

Qui racconto la mia esperienza concreta di lavoro e di studio, le battaglie condotte, insieme ad altri, a Roma e in Calabria per affermare e tutelare quel primato, espongo le difficoltà incontrate, le sconfitte subite e la soddisfazione di ascoltare adesso dai protagonisti dello sviluppo, nazionali e regionali, i dati confortanti che rilanciano le prospettive di un primato.

Se potessimo usare il linguaggio delle fiabe, il nostro racconto potrebbe iniziare così: C’era una volta, in quella Piana, di 848 km2, la più grande foresta di ulivi e arance della Calabria; portava i segni di una natura rigogliosa e le rughe ancora evidenti di rapporti di proprietà arcaici, mutati negli anni con lenta e complessa evoluzione. Il solco della terra si nutriva dell’acqua di grandi fiumi e di intense piogge, di improvvide alluvioni, e anche di copiose gocce di sudore di tanti braccianti. Sono coloro che, nel duro lavoro, hanno trovato assieme al sostentamento per la propria famiglia anche la volontà testarda di trasformare la terra e con essa la qualità della vita, la tutela dei diritti, le relazioni sindacali e sociali, insomma il futuro.

È il risultato storico di un impegno collettivo di diversi protagonisti che nella Piana di Gioia riesce a ripetersi. È il metodo vincente che ha consentito in soli tre anni l’istituzione della Capitaneria e poi la nomina di Commissari straordinari, l’insediamento della Autorità portuale, la impegnativa elaborazione del Master Plan, il confronto proficuo con i sindacati, lo scontro diretto con gli avversari interni ed esterni alla regione. La reazione degli interessi consolidati mette in luce subito gli sguardi maliziosi di alcuni porti europei e italiani. E se da Marsiglia si annuncia una formale contestazione a Bruxelles, i quotidiani evidenziano le polemiche da Genova in nome degli interessi nordisti da tutelare. Lo scalo della Lanterna, da sempre preminente nella mappa dei flussi portuali, è obbligato a osservare la irresistibile ascesa di Gioia Tauro; la contesa commerciale legittima dà subito il senso della novità eclatante che, dalla Calabria, è riuscita a smuovere antichi equilibri.

E mentre alcuni giornali del Nord gridano al protagonismo del sottosegretario calabrese, io invece, in quelle ore, ho la sensazione che il mio lavoro sul porto di Gioia Tauro sia in realtà “a responsabilità limitata”. Nel senso che ogni decisione tesa a esaltare le potenzialità dello scalo calabrese, che trovava la sensibilità alta del Presidente del Consiglio e l’attenzione nel Ministro dei Trasporti, venisse poi rallentata in altre sedi, specie per il collegamento con la rete ferroviaria su cui il confronto non fu diplomatico dentro il governo e con le Ferrovie dello Stato10. 

Corsi e ricorsi! Proprio sul raccordo tra lo scalo calabrese e Genova per il trasporto ferroviario dei container, la discussione si è riaccesa anche in agosto nell’annuale meeting di Rimini. Ritorneremo più avanti su questa problematica, ma intanto agli scettici che trascinano ancora oggi stucchevoli dissertazioni per giustificare il colpevole ritardo del raccordo ferroviario tra la Piana e la rete nazionale, è appena il caso di ricordare che ben 100 anni fa il grande studioso Gerhard Rohlfs, perlustrando la Calabria, ha immortalato tra le sue foto più belle proprio il trasporto delle arance con i vagoni dalla stazione di Rosarno.

Questa ricostruzione puntuale è un invito a superare gli schemi rituali del nordismo e del sudismo per riflettere assieme sulle novità eclatanti che l’Italia deve saper interpretare con audacia e lungimiranza. Se ormai la competizione nel mondo riguarda non più solo le imprese o le alleanze tra imprese, ma è diventata una sfida tra interi sistemi territoriali (Rotterdam, Hong Kong, Panama, Suez), con nuovi canali (raddoppio di Panama e poi di Suez) e nuovi collegamenti terrestri (rete transeuropea da Spagna e Francia in collegamento diretto con la Germania- Via della seta), Genova deve certo competere con questi scenari, ma non può risolvere i propri problemi limitandosi a rosicchiare a Gioia Tauro una quota di movimenti». L’intero sistema Italia può con Gioia Tauro essere il vero “cancello d’ingresso” tra l’Europa e il Mediterraneo nel raccordo con le nuove rotte e con le grandi reti transnazionali europee.

Liguria e Calabria devono lavorare di nuovo insieme sulle strategie, avendo chiaro che un’avanzata piattaforma intermodale a Gioia Tauro rende l’Italia più forte in Europa”….

…Per inquadrare bene le singole questioni propongo ai lettori di percorrere assieme le tappe evolutive della storia del porto, vero e proprio fenomeno originale sia nei risultati concreti che negli aspetti simbolici..

… È il mare che conquista la scena proprio nella terra effigiata per secoli nei suoi connotati geomorfologici al 90% di collina e di montagna. Questa rivoluzione percettiva non ha certo un agevole abbrivio dovendo fare i conti con messaggi culturali autorevoli e stratificati. Se addirittura «Pare che le razze migliori siano in montagna, quelle marine non sono belle…», come scrive il grande Corrado Alvaro in apertura del suo libro proprio intitolato Il mare, c’è tanto da lavorare ancora per risvegliare tra i calabresi la cultura marinara.

*Giuseppe Soriero, ancora giovanissimo, ha contribuito con un saggio sulle trasformazioni del territorio calabrese, alla monumentale storia della Calabria coordinata da Piero Bevilacqua e Augusto Placanica, pubblicata da Einaudi nel 1985. Sottosegretario nei governi di Centrosinistra, ha pubblicato decine di saggi. Il suo ultimo lavoro: “ANDATA IN PORTO. Gioia Tauro, la sfida vincente”, Rubbettino editore, verrà presentato il 24 Marzo, nell’Istituto nautico di Gioia Tauro.