L’uomo è antiquato? É l’interrogativo al centro delle giornate che si tengono a Fano il 13 e il 14 settembre, promosse da Itinerari e Incontri e dalla Scuola di educazione alla politica di Urbino. Pubblichiamo un estratto della “lectio” del Professor Antonio Cantaro dedicata al tema “Vita e lavoro nel tempo dell’intelligenza artificiale”
Agere sine intelligere, operare senza decidere, è il codice dell’IA: disumano o un altro modo di essere umano? Dipende dal punto di vista. Invece di ergerci a maestri di dottrina dell’umano dobbiamo fare i conti sino in fondo con l’inedita sacralità veicolata dall’intelligenza artificiale. Con il suo seducente orizzonte di senso e con la sua concreta funzione pratica (…).
Siamo di fronte, infatti, ad una “verità” sostenuta da una duplice, potente, legittimazione. Da una parte, una rappresentazione dell’intelligenza artificiale come di una forza del passato; dall’altra come di una forza del futuro. Una forza del passato, mitica, nella misura in cui le tecnologie digitali sono vissute come l’ultimo stadio di una lunga storia della razionalità occidentale che grazie alla tecnica si è assicurata un dominio sempre crescente sul corso del mondo, consentendo all’uomo di porre rimedio alla sua ontologica lacunosità. Una forza del futuro, rivoluzionaria, nella misura in cui l’uso massiccio delle tecnologie digitali dà vita ad un mondo nuovo: l’accesso a un bacino inesauribile di informazioni, l’enorme facilitazione delle comunicazioni, l’effettuazione di una grande quantità di azioni a distanza, il tutto accompagnato da un certo senso di compiacimento, di comodità, di potere. Tutto, magicamente, in tempo reale.
Un tempo nuovo rispetto alle tre modalità temporali – passato, presente e futuro – che ancora scandivano nel ventesimo secolo la nostra forma di vita. Un tempo inizialmente destinato a facilitare certe pratiche (il riconoscimento dell’identità di un individuo tramite una telecamera di sorveglianza, l’analisi di una radiografia) ma ben presto divenuto un tempo della conoscenza immediata e automatizzata di tutte le situazioni e della conseguente emissione di istruzioni da eseguire seduta stante. L’indicazione di seguire questo o quell’itinerario in funzione dello stato del traffico, la trasmissione di segnali agli addetti alla logistica per ordinare loro di andare a ritirare il tal articolo nel tal momento e poi depositarlo nel tal posto.
Cosicché il tempo reale è passato da una iniziale, strumentale, dimensione di comfort che teneva insieme tecnica e attività umana (una accelerazione dell’innovazione tecnologica) alla generalizzazione del fatto che un robot computazionale indica a un essere umano quale comportamento adottare. In ogni occasione e situazione. Che studi intraprendere, quale attività lavorativa, quale sia il profilo ideale del proprio partner. O, persino, indurre - pare sia ‘realmente’ accaduto - una settantaduenne single statunitense a sposarsi con sé stessa (...).
*Prof. ord. UniUrbino