Cifre importanti per Confartigianato Calabria che potrebbero certamente essere destinate all’acquisto dei prodotti del nostro territorio che si distinguono per alta qualità di produzione e di materie prime con un’offerta enogastronomica di assoluta eccellenza, su cui ha un notevole peso la componente artigiana.
I dati dell’Osservatorio evidenziano che la Calabria è la 4° regione per maggior peso della piccola impresa della food economy sull’economia del territorioe si posizione al secondo posto nella classifica nazionale per incidenza più alta dell’artigianato alimentare sul totale artigianato del territorio.
Al 30 settembre 2020 il settore dell’artigianato alimentare in Calabria è composto da 3.906 imprese, il 4,5% delle oltre 86 mila presenti in Italia e il 12% del numero totale di imprese artigiane presenti nella nostra regione.
“Numeri importanti – afferma il Presidente di Confartigianato Calabria Roberto Matragrano- su cui pesa il recente Decreto legge del Governo che condiziona pesantemente l’attività delle imprese della food economy regionale che proprio durante le festività natalizie realizzano gran parte del loro fatturato.
Per quanto riguarda l’analisi sull’artigianato, si osserva che nella food economy a valore artigiano lavorano 8.613 addetti, pari al 24,9% del settore e con un peso del 3,3% sul totale economia. Il nostro territorio si posiziona al 3° posto, insieme al Molise, tra le regioni italiane per maggiore peso dell’artigianato della food economy sull’economia del territorio: dove gli oltre 8 mila addetti dell’artigianato pesano il 3,3% sull’economia complessiva. Ed è la quarta regione nella classifica nazionale per vocazione artigianale del settore, con il 24,9% di addetti del comparto impegnati nell’artigianato.
“Il comparto manifatturiero alimentare, nonostante le tante restrizioni, è quello che sta mostrando maggiore resilienza in questo difficile periodo. Occorre sostenerlo per non disperdere le eccellenze delle nostre produzioni. Per questo motivo abbiamo lanciato la campagna Comprartigiano. L’acquisto di prodotti realizzati da imprese artigiane e micro piccole imprese locali – prosegue Matragrano - è una scelta etica a sostegno del territorio”.