L’intervista al Presidente emerito nel volume “Elisabetta II regina” di Francesco De Leo che Rubbettino ripropone in questi giorni in libreria: «Sono sempre stato un ammiratore della regina Elisabetta e della sua famiglia, per il contributo decisivo che hanno dato all’esperienza drammatica del Regno Unito nella Seconda guerra mondiale e alla Vittoria».
Sono sentimenti di stima e, potremmo dire, di ammirazione, verso la Regina Elisabetta, quelli che si leggono nelle parole del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, nell’intervista rilasciata a corredo del volume “Elisabetta II regina” di Francesco De Leo, esperto di teste coronate e giornalista della redazione esteri di «Radio radicale» che Rubbettino ripropone in libreria in questi giorni. Napolitano non fa mistero dei sentimenti di amicizia che lo hanno legato ad Elisabetta che si firma in un messaggio di ringraziamento inviato all’ex inquilino del Quirinale “Your good friend”, la tua buona amica.
Napolitano non può certo essere tacciato di simpatie monarchiche ma, proprio per questo, dichiara a De Leo di ammirare in Elisabetta II il suo modo di intendere e interpretare il ruolo di regina che non è solo quello di inutile e folcloristico orpello ma che «si ispiri di fatto a quel modello, in cui compito del re nei confronti del primo ministro è quello di ascoltare, consigliare e warn, to warn... anche “mettere in guardia” su cose da fare o non fare. Nulla insomma di più falso – sottolinea Napolitano – di un’immagine puramente cerimoniale. Ogni tanto si usa dire, un po’ banalmente, dei sovrani... e anche in verità dei presidenti della repubblica, che tagliano i nastri. No, lei non è mai stata una tagliatrice di nastri. Ne avrà anche fatte tante di inaugurazioni nella sua vita, ma ha esercitato un’influenza molto forte sulla popolazione e sulle istituzioni. È vero che dal discorso all’inaugurazione della sessione parlamentare, a nomine che lei fa alla Camera dei Lord, conta molto la voce delle forze politiche che compongono il governo e l’opposizione, ma ci troviamo di fronte a una donna che ha una sua personalità, un suo profilo e un’autorevolezza, conquistata sto-ri-ca-men-te».
Una donna con indiscusse doti da leader insomma della quale Napolitano non può non apprezzare «tutto quel suo impegno sin da giovanissima sul fronte della resistenza e della controffensiva militare contro la Germania di Hitler (…) E poi certamente il modo in cui ha superato quel momento di crisi, così acuto e pericoloso, della tragedia della morte di Diana».
Il libro di De Leo, da cui questa intervista è tratta, racconta la vita di questa donna protagonista di un’intensa epoca della storia del Regno Unito, definita una nuova “età elisabettiana”. Nel settembre del 2015 Elisabetta ha superato per numero di giorni il regno della Regina Vittoria, passando alla storia come il sovrano più longevo della storia della Corona britannica.
Non stupisce dunque il cordoglio che il mondo intero dimostra in queste ore.
Sono sentimenti di stima e, potremmo dire, di ammirazione, verso la Regina Elisabetta, quelli che si leggono nelle parole del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, nell’intervista rilasciata a corredo del volume “Elisabetta II regina” di Francesco De Leo, esperto di teste coronate e giornalista della redazione esteri di «Radio radicale» che Rubbettino ripropone in libreria in questi giorni. Napolitano non fa mistero dei sentimenti di amicizia che lo hanno legato ad Elisabetta che si firma in un messaggio di ringraziamento inviato all’ex inquilino del Quirinale “Your good friend”, la tua buona amica.
Napolitano non può certo essere tacciato di simpatie monarchiche ma, proprio per questo, dichiara a De Leo di ammirare in Elisabetta II il suo modo di intendere e interpretare il ruolo di regina che non è solo quello di inutile e folcloristico orpello ma che «si ispiri di fatto a quel modello, in cui compito del re nei confronti del primo ministro è quello di ascoltare, consigliare e warn, to warn... anche “mettere in guardia” su cose da fare o non fare. Nulla insomma di più falso – sottolinea Napolitano – di un’immagine puramente cerimoniale. Ogni tanto si usa dire, un po’ banalmente, dei sovrani... e anche in verità dei presidenti della repubblica, che tagliano i nastri. No, lei non è mai stata una tagliatrice di nastri. Ne avrà anche fatte tante di inaugurazioni nella sua vita, ma ha esercitato un’influenza molto forte sulla popolazione e sulle istituzioni. È vero che dal discorso all’inaugurazione della sessione parlamentare, a nomine che lei fa alla Camera dei Lord, conta molto la voce delle forze politiche che compongono il governo e l’opposizione, ma ci troviamo di fronte a una donna che ha una sua personalità, un suo profilo e un’autorevolezza, conquistata sto-ri-ca-men-te».
Una donna con indiscusse doti da leader insomma della quale Napolitano non può non apprezzare «tutto quel suo impegno sin da giovanissima sul fronte della resistenza e della controffensiva militare contro la Germania di Hitler (…) E poi certamente il modo in cui ha superato quel momento di crisi, così acuto e pericoloso, della tragedia della morte di Diana».
Il libro di De Leo, da cui questa intervista è tratta, racconta la vita di questa donna protagonista di un’intensa epoca della storia del Regno Unito, definita una nuova “età elisabettiana”. Nel settembre del 2015 Elisabetta ha superato per numero di giorni il regno della Regina Vittoria, passando alla storia come il sovrano più longevo della storia della Corona britannica.
Non stupisce dunque il cordoglio che il mondo intero dimostra in queste ore.