Tra sondaggi e polemiche interne il Pd si avvicina alla data delle primarie che dovranno individuare il futuro segretario nazionale che succederà ad Enrico Letta. Dopo tantissima pretattica, correnti e big si sono posizionati, spesso dividendosi. La sensazione è che i due che si contenderanno la leadership ai gazebo saranno il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la sua ex vice Elly Schlein. Mentre gli outsider Paola De Micheli e Gianni Cuperlo proseguono nella loro campagna dichiarando di non dare troppo peso ai sondaggi.
Da giovedì è ufficiale il logo per le primarie del prossimo 26 febbraio e i big continuano a prendere posizione rendendo sempre più evidente la forza dei rispettivi schieramenti. Adesso ha rotto gli indugi anche la capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati Debora Serracchiani che ha scelto di sostenere la mozione di Bonaccini. «Credo che per i passaggi dei prossimi mesi serva una guida solida al Pd, che conosca la situazione del Paese e sappia anche come intervenire - le parole di Serracchiani - per questo ho deciso di sostenere la candidatura di Stefano Bonaccini, consapevole però che ho ruolo, quello di presidente del gruppo Pd, in cui le dinamiche congressuali non devono entrare. Noi stiamo facendo battaglie di opposizione e per farlo occorre rimanere concentrati».
Un ulteriore endorsement di rilievo per il governatore emiliano che già contava sull’appoggio di Base Riformista di Lorenzo Guerini, di Iniziativa Popolare di Piero Fassino, dei Giovani Turchi di Matteo Orfini, oltre al sostegno della rete di sindaci e amministratori locali legati a Matteo Ricci e Dario Nardella. Insieme a lui anche l’eurodeputata Pina Picierno, l’ex lettiano Marco Meloni, oltre a Lia Quartapelle e De Luca junior. L’ultimo nome, inoltre, dovrebbe essere il lasciapassare per Bonaccini in attesa di completare gli accordi con il governatore della Campania e con Michele Emiliano in Puglia.
Nelle ultime ore, poi, Bonaccini ha presentato il Comitato della sua mozione al congresso composta da 12 personalità, tra cui la 25enne Rachele Scarpa, la più giovane parlamentare della legislatura e poi sindaci come quello di Prato, Matteo Biffoni, e Giovanna Bruno, prima cittadina di Andria. E poi Michele Catanzaro, capogruppo Pd all'assemblea regionale siciliana; Nicola Irto, senatore e segretario regionale dei dem in Calabria; Simona Meloni, capogruppo Pd nel consiglio regionale umbro; Elena Piastra, sindaco di Settimo Torinese; Giacomo Possamai, capogruppo Pd nel consiglio regionale veneto e candidato sindaco di Vicenza; Luca Rizzo Nervo, assessore del Comune di Bologna; Rachele Scarpa, deputata; Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano; Valera Valente, senatrice e Tobia Zevi, assessore del comune di Roma.
«Mettiamo in campo – ha detto Bonaccini - una squadra di donne e uomini di grande valore. Sono l'espressione di un Pd popolare, che ci mette la faccia e che sa conquistare consenso».
Elly Schlein, dopo aver ottenuto una parziale apertura al voto on line spera di accreditarsi sempre di più come punto di riferimento della sinistra e dei dem contro l’apparato. Anche se tra i suoi sostenitori si ritrovano big che dell’apparato hanno fatto parte per lungo tempo, a partire da “insospettabili” come Francesco Boccia e lo stesso Enrico Letta che pure prova a restare il più neutrale possibile. Con lei anche Dario Franceschini, il vicesegretario Peppe Provenzano e l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando e il suo uomo Antonio Misiani, oltre al candidato governatore in Lombardia Pierfrancesco Majorino i punti saldi Stafania Bonaldi, ex sindaca di Crema e Chiara Gribaudo che guida i comitati per le nuove generazioni.
Anche Schlein ha incassato, nelle ultime ore, un sostegno importante, come quello arrivato da parte del vicepresidente del gruppo dem al Senato Franco Mirabelli che ha scritto su fb: «Questo congresso è decisivo. Serve capire le ragioni della sconfitta e avere il coraggio di trarne le conseguenze senza pensare che sia sufficiente qualche aggiustamento. Serve una discontinuità che sia percepita fuori da noi, serve una nuova energia e ridare credibilità alle nostre proposte. Per questo sostengo Elly Schlein». Su Schlein dovrebbe poi arrivare il sostegno degli uomini di Articolo 1, una volta completato il rientro, a partire da Roberto Speranza, oltre a quello dell’ex presidente del Lazio Nicola Zingaretti.
Pochi big, ma molte donne e amministratori locali a sostegno di Paola De Micheli, mentre Gianni Cuperlo non è riuscito a sfondare a sinistra dove rimane incerto anche Goffredo Bettini. Su Cuperlo, invece, ha deciso di schierarsi uno dei fondatori del partito e cioè l’ex senatore Luigi Zanda