Si scrive Autonomia differenziata. Si legge (e si capisce) SPACCA-ITALIA

Si scrive Autonomia differenziata. Si legge (e si capisce) SPACCA-ITALIA

E’ impreciso, ma rende bene l’idea di quel che sta accadendo se si definisce SpaccaItalia la legge dell’Autonomia differenziata approvata, su spinta di Salvini e di quel che resta della “Lega Nord-Vannacci”, dalla maggioranza di centro(?)-destra del governo Meloni.

Di impreciso c’è il fatto che l’Italia non viene spaccata ora (in questo sfortunato 2024) da questa legge. Questa legge spinge invece, anzi costringe gli italiani, a prendere atto che le rotture e le spaccature che attraversano il nostro Paese, a cominciare dalla faglia fondamentale tra Nord e Mezzogiorno, sono destinate a durare e incancrenirsi perché nessuno avrà più l’obbligo né la voglia di riunificare (o almeno tentare di unificare) il Belpaese rendendo diritti e doveri uguali dalle Alpi al mare di Trapani e Siracusa. L'approvazione della legge sull'Autonomia differenziata non è altro che la decisione ufficiale di cristallizzare le divisioni dell'Italia rendendole definitive. Insomma, è la rinuncia all'Italia unità da uguali diritti e uguali doveri sulla totalità del proprio territorio.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha teorizzato in passato che nella scuola veneta si dovesse prima di tutto studiare il veneto, la lingua veneta. E in queste ore, appena approvato lo SpaccaItalia, Zaia ha detto che la sanità del Veneto dev’essere decisa e gestita dalla Regione Veneto, secondo indicazioni e orientamenti che deciderà il Veneto.

Ma se il diritto allo studio e quello alla salute diventano regionali e gestiti dalle Regioni (naturalmente da quelle che possono permetterselo economicamente non versando più allo Stato le dovute tasse) diventa evidente che l’Italia non esiste più e significa soprattutto che tutti gli sforzi per riunificarla, cioè farne un territorio dove sono grosso modo vigenti gli stessi diritti e gli stessi obblighi, sono diventati inutili.
E' questa la posta in gioco. Nessuno potrà poi dire che non aveva capito.