EMERGENCY. Ecco come operiamo, pronti a ogni necessità anche in Calabria

EMERGENCY. Ecco come operiamo, pronti a ogni necessità anche in Calabria

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"In Italia l’attività di Emergency è nata come supporto agli immigrati ma nel tempo è divenuta supporto a tutte le vulnerabilità, anche degli italiani che per un motivo o per un altro non riescono ad usufruire del servizio sanitario". Lo spiega Emanuele Nannini, responsabile dell'area sviluppo e emergenza di Emergency, l'Ong fondata nel 1994 da Gino Strada chiamata ora dal Governo ad avere un ruolo nella gestione della Sanità calabrese.

"Anche in Italia - ha spiegato Nannini - come nel resto del mondo dove siamo presenti, moduliamo il nostro approccio e intervento in base alle necessità con cliniche mobili in alcuni casi e in altri casi con cliniche stabili. Ciò che ci contraddistingue è la collaborazione con le autorità locali e centrali".

La presenza operativa di Emergency in Italia si svolge da piu' di 10 anni ed ha visto interventi in diversi scenari come quello dei soccorsi post terremoti. "Siamo intervenuti in soccorso per calamità naturali mettendo a disposizione le nostre cliniche mobili - ha detto Nannini - come per il terremoto che ha colpito Modena e quello che ha interessato la zona tra le Marche e l'Abruzzo".

"La prima clinica di Emergency aperta in Italia è stata quella di Palermo nel 2006 - ha raccontato Nannini - per sostenere i piu' indigenti. In Calabria il nostro impegno è partito come supporto sanitario per gli immigrati, per lo piu' impiegati come braccianti agricoli nei pressi di Rosarno, nella piana di Gioia tauro, con un ambulatorio mobile allestito nel 2011. Presidio divenuto successivamente fisso in una struttura che ci è stata messa a disposizione da Libera e sottratta alle mafie".

Emergency ha acquisito negli anni esperienza nella gestione delle emergenze legate alla diffusione di epidemie come quella di Ebola che ha interessato la Sierra Leone nel 2014 e 2015. "Abbiamo gestito crisi relative alla diffusione del colera in Sudan - ha aggiunto il responsabile delle emergenze di Emergency - con la creazione nel 2017 in soli 10 giorni di un ospedale da campo. Il nostro intervento prevede prima la creazione di centri temporanei che poi si sviluppano in base al numero di contagi e quindi in base alle necessità che si vengono a creare".

Dal punto di vista della diffusione del Covid-19 Emergency si è impegnata in Italia sin dall'inizio della pandemia. "Emergency si è attivata dalla fine di febbraio su diversi fronti - ha sottolineato Emanuele Nannini - in particolare insieme al comune di Milano per intervenire sul sistema di accoglienza immigrati e dei senza fissa dimora, dove si erano verificati diversi problemi per la diffusione dell'epidemia. Il piano che era stato previsto per l'inverno ha trovato una serie di difficoltà con i primi casi di sospetti positivi Covid e quindi siamo intervenuti creando un sistema ad hoc di controllo, monitoraggio e prevenzione nei centri per immigrati. Abbiamo quindi aperto un centro specifico per ospitare i sospetti positivi". 

"Il secondo intervento ha riguardato l'emergenza alimentare con la creazione di un centralino con il comune di Milano - ha aggiunto Nannini - nato inizialmente per portare la spesa e poi divenuto un supporto per i cosiddetti nuovi poveri ai quali vengono forniti alimenti e generi di prima necessità. Iniziativa che poi è stata replicata anche in altre città come Roma, Napoli e Piacenza con la consegna di pacchi alimentari anche alle persone positive che non possono muoversi".

Ma il supporto di Emergency per il contrasto della pandemia si è anche svolto da un punto di vista prettamente sanitario con la gestione con proprio personale medico e infermieristico di un reparto di terapia intensiva a Bergamo. "Abbiamo creato un ospedale con 12 posti di terapia intensiva nella Fiera di Bergamo gestendolo con nostro personale - ha detto Nannini - e abbiamo dato il nostro contributo anche per la realizzazione stessa della struttura indicando come doveva essere allestita in base alla nostra esperienza maturata negli anni". "Nel periodo della pandemia siamo riusciti a mantenere aperti tutti i nostri ospedali all'estero - ha Nannini - dall' Afghanistan, all'Iraq, dal Sudan e in Sierra Leone, fornendo anche stock di farmaci e implementando il team Covid che ha messo a punto linee guida e protocolli per impedire il contagio dell'epidemia all'interno". (fonte Agi)