Dal voto nessuna sorpresa. Occhiuto, sostengono tutti gli ex poll e le notizie sui primi risultati reali marcia vicino al 60%. Una vittoria lampante, chiara, perfino sfacciata come Occhiuto voleva che fosse, convinto com’è che è quello che gli serve. Questo gli serviva. Del suo avversario Tridico del M5S, che ha rappresentato l’intera area del Centrosinistra, si hanno notizie imprecise che lo collocano elettoralmente molto più giù. Tridico ha subito riconosciuto la sconfitta forse perché non s’è riconosciuto come lo sconfitto principale. Del terzo candidato si sa poco e niente, com’è inevitabile e giusto che capiti ai candidati di disturbo.
Ma gli analisti in queste prime ore sembrano confusi nell’individuazione dell’avversario che il Presidente Occhiuto ha, come strategicamente si prefiggeva, indebolito. Un avversario che nella continuazione dello scontro con Occhiuto dovrà fare i conti con la circostanza che Occhiuto, rispetto a pochissimo tempo fa, ha avuto un successo di popolo straordinario e non indifferente.
Siamo, da parte di Occhiuto, di fronte a un voto cercato, voluto e imposto da un presidente uscente e rieletto, che si è dimesso per potersi ricandidare subito e vincere, anzi stravincere, con una vittoria fresca, indebolendo quelli che Occhiuto avverte come i suoi avversari, che nel dibattito e nella confusione di questi giorni e di queste ore, si sono dispersi fino a sparire. Se non si tiene conto di questo scenario diventano incredibili le dimissioni di Occhiuto arrivate insieme al crescere delle imputazioni dei magistrati cosentini contro di lui.
Se l’avversario di Occhiuto fosse stato veramente il centrosinistra perché mai Occhiuto si sarebbe dimesso facilitando al centrosinistra il compito di sfidarlo e vincerlo? Chi ha il potere si dimette prima di quando impongono le regole solo se ne trova una straordinaria convenienza.
La cosa vera è che i magistrati cosentini che hanno indagato Occhiuto, che è un autorevole esponente del vertice nazionale di Forza Italia (il numero due subito dopo Tajani), si trovano ora di fronte a un imputato che ha il sostegno fresco e massiccio della maggioranza attiva dell’intera Calabria. E’ questa la risposta che arriva da Occhiuto a chi lo ha indagato.
Del resto la tempistica delle mosse di Occhiuto, a partire dalle accuse che gli sono state fatte, è chiara e senza una diversa chiave di lettura è impossibile capire perché Occhiuto s’è dimesso da presidente quando poteva ancora restarci circa un anno.