Reggio. Quel grave errore di valutazione sull'area urbana di SBARRE

Reggio. Quel grave errore di valutazione sull'area urbana di SBARRE

Sbarre       di GIUSEPPE CANTARELLA* - (riceviamo e pubblichiamo) Un grave errore caratterizza, almeno da una trentina di anni, la gestione dell’area urbana di Reggio Calabria da parte dei propri organi di governo: quello di considerare il rione di Sbarre quale periferia e non, invece, a tutti gli effetti, una parte dell’area urbana principale.

Per molto tempo, infatti, il nucleo urbano principale di Reggio Calabria è stato quella compreso fra la fiumara Annunziata a Nord e la fiumara Calopinace a Sud. Ancora fino ai primi anni del Novecento, Sbarre era una borgata agricola, attraversata in direzione Nord – Sud da tre strade principali: la via Sbarre Centrali, dal ponte San Pietro al ponte Sant’Agata; la via Sbarre Superiori, che cominciava in corrispondenza del guado verso il Castello aragonese; la via Sbarre Inferiori, che cominciava dalla foce della fiumara Calopinace e si dirigeva, vicino alla costa, fino alla foce della fiumara Sant’Agata.

Nel corso del Novecento il territorio di Sbarre è stato interessato da una massiccia edificazione di alloggi in massima parte realizzati in conseguenza di programmi di edilizia residenziale pubblica. La parte nord occidentale di Sbarre, che fa capo al Viale Galileo Galilei, costituisce il settore in cui si registra una diffusa presenza di edifici realizzati dalle Ferrovie dello Stato, e che oggi pertanto viene denominato “Rione Ferrovieri”. Con il Secondo Dopoguerra si è avuta la grande edificazione di Sbarre in relazione alle disposizioni del piano Fanfani INA Casa, di cui fu ente attuatore l’Ente edilizio: vennero realizzati in tal modo gli edifici del Viale Aldo Moro ed i fabbricati di Gebbione. Gli anni Settanta sono stati gli anni delle cooperative edilizie, ma anche gli anni in cui cominciava a vedersi la realizzazione di edifici da parte dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari, sia sul Viale Calabria che nelle strade interne ad esso, sia sul Viale Europa.

La borgata agricola, quindi, oggi è definitivamente scomparsa, e Sbarre è diventato la prosecuzione verso Sud del centro storico.

Bisogna mettere in evidenza, tuttavia, che il raccordo urbanistico e viario del centro storico con il territorio di Sbarre lascia ancora molto a desiderare. I collegamenti stradali del centro cittadino con il rione Sbarre avvengono necessariamente attraversando la fiumara Calopinace, ma non riescono ad assicurare la fluidità del traffico automobilistico. Verso il mare, sul ponte Calopinace, subito dopo la Stazione Centrale, la viabilità risulta abbastanza ordinata, eccetto la strozzatura in corrispondenza dell’edificio di Poste Ferrovia, a causa dei soliti indisciplinati che parcheggiano fuori posto o in doppia fila.

I problemi cominciano già con il collegamento all’altezza del viale Calabria. L’aiuola spartitraffico non è per niente in asse con il viale Calabria, e ci domandiamo ogni giorno quale logica abbia ispirato il progettista.

Al ponte San Pietro la situazione è tranquilla, dal momento che la via Sbarre Centrali è a senso unico. Anche qui si registra, comunque, sosta selvaggia e disordinata.

Dove, però, la situazione è veramente difficile, è in corrispondenza del ponte Sant’Anna, in entrambi i sensi, vale a dire sia da Sbarre verso il centro, sia dal centro verso Sbarre. Anche qui troviamo il viale Europa che non è per niente in asse con il ponte Sant’Anna, e la sosta selvaggia restringe la sede stradale. Problemi grossi per gli automobilisti anche attraversato il ponte: davanti la chiesa di Sant’Anna si parcheggia da tutti e due i lati, anche in doppia e tripla fila. La sera, poi, per rientrare a Sbarre, la via Marvasi diventa un budello, anche perché si incrocia con il contro viale delle bretelle, che risulta in senso mare – monte, e nessuno rispetta lo STOP all’incrocio da Puntillo, per cui la fila arriva fino al Castello. Il serpente di auto che deve raggiungere Sbarre deve, quindi, infilarsi in una strettissima strada, prima di imboccare il ponte Sant’Anna. Basterebbe cambiare il senso di marcia del contro viale, disponendolo in senso monte – mare.

Inoltre, bisogna constatare, purtroppo, che a questa crescita del territorio sul piano puramente fisico, non ha corrisposto una adeguata estensione di quei servizi minimi di natura sociale a vantaggio della collettività, ed intendiamo riferirci ai trasporti pubblici, alla viabilità, alla vigilanza da parte della Polizia Municipale, alla raccolta dei rifiuti ed alla pulizia delle strade.

La circolazione stradale a Sbarre è caotica, e questo per una serie di motivi. Intanto, per una totale, cronica, storica mancanza di presenza di Agenti di Polizia Municipale per disciplinare il traffico, sorvegliare gli incroci più trafficati ed elevare contravvenzioni per gli automobilisti indisciplinati. Ma bisogna considerare anche che moltissime strade del rione sono a doppio senso, e la viabilità si svolge senza che vi sia un piano organico ed ordinato che possa agevolare il traffico automobilistico. Il traffico automobilistico, inoltre, è determinato da atteggiamenti in – civili degli automobilisti, che parcheggiano in doppia e tripla fila in maniera disordinata e selvaggia, determinando il restringimento delle carreggiate, come avviene sul Viale Europa, sul Viale Calabria e sul Viale Aldo Moro (e qui ritorna la necessità di una significativa presenza di Agenti di Polizia Municipale).

Per quanto riguarda i trasporti pubblici, bisogna considerare che ancora oggi la maggior parte delle linee di autobus che fanno capo a Sbarre sono quelle che attraversano il rione per condurre altrove, verso Sud, nonostante che in Largo Botteghelle sia stata realizzata recentemente una struttura terminal che potrebbe essere la testata meridionale di un intelligente servizio di navetta verso l’altro terminal posto in prossimità di quello che, una volta, era il Ponte della Libertà, con cadenza di dieci o di quindici minuti.

Nel territorio di Sbarre si registra un odioso fenomeno, pure presente in centro per la verità, ma che qui assume maggiore valenza, e ci riferiamo all’occupazione di spazi pubblici da parte di privati cittadini, di commercianti e di artigiani, per niente contrastato dalla Polizia Municipale.

Ma dove la sbagliata considerazione del territorio di Sbarre raggiunge l’apice è nella raccolta dei rifiuti e nella pulizia delle strade e delle aree pubbliche. Purtroppo, spiace constatare che mentre nel centro storico si registra una maggiore attenzione verso la raccolta dei rifiuti, lo spazzamento dei marciapiedi e la pulizia degli angoli fra asfalto e marciapiedi con le macchine a spazzole rotanti, a Sbarre si osserva una grande sporcizia, con formazione di mini discariche in corrispondenza dei cassonetti, segno che la raccolta non viene effettuata giornalmente. In moltissime strade le erbacce crescono liberamente ed i marciapiedi sono impraticabili. Un degrado che fa veramente rabbia.

Ecco che, allora, il concetto di periferia diventa una creazione dell’ente di governo del territorio, che non destina al rione la stessa intensità di servizi che vengono prestati alle aree del centro. Questo è assolutamente inaccettabile, e dimostra inoltre una grande ignoranza sulle esigenze del territorio e dei suoi abitanti.

*Prof. Giuseppe Cantarella, Presidente Associazione Culturale SBARRE Centro Documentazione