di FRANCESCO COSTANTINO* - A che punto è la notte di Reggio? Questo si è chiesto Francesco Spanò, coordinatore cittadino di Libera nell’introdurre l’Assemblea pubblica tenuta al Cedir lo scorso venerdì.
Nel porsi la domanda, anche a nome dei cittadini non rassegnati al degrado politico e amministrativo in cui Reggio è sprofondata, Spanò ha evidenziato alcuni punti fermi del suo ragionamento:
1° la necessità in di procedere, a suo tempo, allo scioglimento e conseguente commissariamento del Comune di Reggio;
2° la impossibilità per ogni cittadino di disconoscere ormai gli accadimenti che hanno determinato lo scioglimento e le relative responsabilità;
3° la malafede di chi tenta quotidianamente di attribuire i mali e i problemi della città alla gestione commissariale.
Ha esternato, inoltre, il convincimento che, a seguito della gestione commissariale, pochi bagliori abbiano attenuato l’intensità del buio, in quanto nulla o poco sembra essere cambiato, né si intravvedono i segni della svolta.
Secondo il coordinatore di Libera, dunque, nonostante l’impegno profuso ciò che è stato realizzato dai Commissari é molto meno di ciò che la città si aspettava e, soprattutto, molto meno di quello che serviva.
Era impossibile fare di più?
No di certo, se una incomprensibile resistenza all’ascolto dei cittadini non avesse impedito di affrontare con la necessaria trasparenza quella lotta al malaffare indispensabile per sollevare la città dal degrado politico e amministrativo in cui continua a versare.
Per cambiare, occorre tenere lontani i responsabili del disastro morale, civile ed economico in cui la città e ripiombata, nonché loro fiancheggiatori; per questo è indispensabile che si modifichino immediatamente i comportamenti di ognuno assecondando innanzitutto la spinta partecipativa e propositiva che l’Assemblea pubblica ha ancora una volta evidenziato.
E’ bene, allora, tener conto che gran parte del tempo di commissariamento ordinario è ormai trascorso e che è necessario che i Commissari diano corso immediato alle norme dello Statuto Comunale, a prescindere da una eventuale e auspicabile – nella situazione data - proroga straordinaria.
Questo, non illudendosi che la Commissione Straordinaria possa completare l’opera di bonifica civile che lo Stato ha deciso essere indispensabile per il futuro di Reggio e che possano essere innalzati nel tempo residuo di commissariamento argini robusti e capaci di impedire che la “normalità” cui troppi aspirano sia, in realtà, quella dei palazzi pubblici nuovamente infestati dalla ‘ndrangheta e dal malaffare.
La costruzione degli argine però può e deve essere avviata.
Nel corso del 2014 dovranno comunque essere ripristinati gli organi di gestione democratica. Per una svolta effettiva in tema di trasparenza e di lotta al malaffare dilagante, occorre allora, senza indugio, che altre risorse di pensiero, responsabilità e competenza, oltre quelle già in campo, vengano mobilitate e richiamate alla loro responsabilità di cittadini; anche quelle più assuefatte ad una condizione amministrativa e gestionale tutt’altro che “normale”.
E’ sembrato, infatti, che all’Assemblea mancassero, o non abbiano fatto sentire la loro voce, i sindacati, i partiti, gli ordini professionali, i club service, l’alta burocrazia, anche non comunale, le associazioni di categoria e datoriali. Tutte forze indispensabili per realizzare un vero processo di cambiamento.
Nessuno aveva qualcosa da dire? O, invece, è in atto una strategia di riposizionamento che non giova ad alcuno. Nemmeno, a ben pensarci, ai beneficiari stessi del sistema fallimentare di gestione dell’amministrazione, i quali, comunque, dovranno dar conto alle loro coscienze e continuare a vivere nel degrado ambientale e morale.
Qualcuno si faccia carico di convocare al più presto gli stati generali dei competenti e benpensanti di questa città, disposti ad impegnarsi per un progetto di sviluppo finalmente civile e diverso, rivolto alla ricerca del bene comune.
Altrimenti la notte sarà ancora lungae i reggini onesti, come ha detto Spanò, non potranno liberarsi dall’oppressione della criminalità organizzata e di coloro che alla ‘ndrangheta hanno scelto – per convenienza – di essere contigui.
*ingegnere
**foto gentilmente concessa dalla direzione di Mnews.