Trump rinuncia all'indennità presidenziale. Giusto o sbagliato?

Trump rinuncia all'indennità presidenziale. Giusto o sbagliato?
TrumpSalvini In un'intervista rilasciata alla prestigiosa CBS durante la trasmissione “60 Minutes” condotta dalla giornalista Lesley Stahl, Donald Trump ha dichiarato: “Per svolgere il mio lavoro di Presidente degli Stati Uniti ho deciso di rinunciare ai 400mila dollari di stipendio, ne percepirò solamente uno”, una gioia per lo spirito anticasta che spira nelle scricchiolanti stanze della democrazia occidentale.

Prima domanda: giusto o sbagliato?

Sbagliato per certo, senza se e senza ma.

I monarchi e i dittatori, come padroni dello Stato, dei suoi beni e finanche dei suoi cittadini non percepivano uno stipendio o un'indennità. Poi rubavano a man bassa per sé e gli accoliti. Ma la missione del regnare e/o governare era gratuita per definizione, un mandato divino. Da questo punto di vista il gesto di Trump irrita, suscita disagio. Si coglie un gesto di superbia che immiserisce la democrazia e la rappresentanza costituzionale. È giusto anzi é morale che chi governa "dipenda" dai cittadini che lo hanno eletto, viva di ciò che la collettività gli elargisce. Un presidente che campa dei soldi che ha di suo, avverte per forza un legame debole con i suoi cittadini e manda un segnale chiaro: non dipendo da voi, quindi calma e gesso.

Seconda domanda: e da noi?

Noi siamo il regno delle contraddizioni e dell'incoerenza. Grillo e Salvini esulteranno al gesto del "cittadino" Trump, ma in tanti dicono tranquillamente NO alla rinforma costituzionale che taglia 215 senatori, non corrisponde un euro ai 100 sopravvissuti e falcidia lo stipendio di centinaia di consiglieri regionali.

Un conto é il gesto di superbia costituzionale compiuto da Trump a beneficio dei settori populisti e antistatuali che lo hanno votato. Altro é la riduzione progressiva e ragionevole dei politici in modo da pagare in termini ragionevoli ed equi i rappresentanti veramente necessari al funzionamento della democrazia.

Ma si sa in Italia le chiacchiere vanno a zero e ragionare disturba il clamore populista. Se davvero si arrivasse a non corrispondere una giusta indennità a chi ci governa avremmo nuovi padroni, nuovi reucci o piccoli monarchi. La demagogia anticasta è l'anticamera del fallimento della rappresentanza democratica.