
La prima Sezione del Tar del Lazio, presieduta da Calogero Piscitello, ha infatti rigettato il ricorso che era stato presentato da Demetrio Arena, sindaco all'epoca in cui fu disposto lo scioglimento. Secondo i giudici amministrativi, emerge "con chiarezza" che la proposta ministeriale che ha condotto allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria ha dato "logicamente e adeguatamente conto di fatti storicamente verificatisi e
accertati e quindi concreti.
accertati e quindi concreti.
Fatti - hanno aggiunto i giudici nelle motivazioni della loro decisione - ritenuti espressivi di situazioni di condizionamento e di ingerenza nella gestione dell'ente. Si tratta di un variegato e complesso contesto probatorio che si connota per congruenza, concretezza e conducenza, facendo ricavare un vivido quadro dell'influenza esercitata dalla criminalità organizzata sugli organi elettivi del Comune, con conseguente grave pregiudizio alla capacita' di gestione e di funzionamento dell'ente comunale, assoggettata
alle scelte delle locali consorterie criminali".
alle scelte delle locali consorterie criminali".
Una presa di posizione chiara e netta, quella dei giudici del Tar del Lazio. Alla quale si contrappone in
maniera altrettanto decisa la reazione dell'ex sindaco Arena, attuale assessore della Giunta regionale presieduta da Giuseppe Scopelliti, che e' stato sindaco di Reggio dal 2002 al 2010. "Piu' volte - ha detto Arena - ho avuto modo di manifestare la totale sfiducia su un sistema che si fonda sull'interpretazione di una legge imperniata non su elementi concreti, univoci e rilevanti, ma su semplici indizi, se non, addirittura, suggestioni. Il risultato e' che decine di Amministrazioni locali del Mezzogiorno sono state sciolte sulla base dell'equazione 'Mafia sul territorio=scioglimento automatico!' E il Consiglio comunale di Reggio Calabria e' stato sciolto sulla
base di questo assunto''.
maniera altrettanto decisa la reazione dell'ex sindaco Arena, attuale assessore della Giunta regionale presieduta da Giuseppe Scopelliti, che e' stato sindaco di Reggio dal 2002 al 2010. "Piu' volte - ha detto Arena - ho avuto modo di manifestare la totale sfiducia su un sistema che si fonda sull'interpretazione di una legge imperniata non su elementi concreti, univoci e rilevanti, ma su semplici indizi, se non, addirittura, suggestioni. Il risultato e' che decine di Amministrazioni locali del Mezzogiorno sono state sciolte sulla base dell'equazione 'Mafia sul territorio=scioglimento automatico!' E il Consiglio comunale di Reggio Calabria e' stato sciolto sulla
base di questo assunto''.
Secondo Arena, inoltre, ''da una prima fugace lettura della sentenza, emerge che il Tar del Lazio non ha accertato la veridicita' dei fatti contestati, limitandosi ad assumerli come verita' assoluta. Quei fatti, per intenderci, contenuti in una relazione che si e' rivelata palesemente infondata, erronea e fuorviante''. L'ex sindaco, comunque, non demorde ed annuncia ricorso al Consiglio di Stato ''Nonostante le perplessita' di fondo - afferma - cosi' come ho deciso di presentare ricorso per tutelare la dignità della comunita' cui appartengo, continuerò con determinazione l'azione giudiziaria intrapresa in tutti i successivi gradi di giudizio''.
Se non dovesse avere esito il preannunciato ricorso al Consiglio di Stato, il Comune di Reggio Calabria continuera' ad essere retto dalla Commissione straordinaria presieduta dal prefetto Gaetano Chiusolo, succeduto a Vincenzo Pani'co, nominato nel luglio scorso dal Consiglio dei Ministri dirigente della segreteria del Dipartimento di pubblica sicurezza.
Le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, a conclusione del periodo di commissariamento, fissato in 18 mesi, salvo eventuali proroghe, dovrebbero svolgersi nella primavera del 2014. (giornalista ansa)