
Risposta: ‘’fino a quando ci sarà gente che accoglie i turisti ‘cu mussu longu’ quasi fossero un fastidio i turisti e i clienti al massimo verranno una volta e non torneranno mai più. ‘Chi non ha il sorriso non apra bottega’ diceva qualcuno. E noi in Calabria dovremmo imparare un po' a sorridere e ad essere più gentili ed educati col turista che viene a portarci soldi. Bisogna accogliere il turismo che non va più in Egitto, Tunisia e Marocco, etc etc’’.
Quando si dice che la rete coglie nel segno! Non ci potrebbe, infatti, essere migliore quadro di quello esposto nel resoconto lanciato da una giovane di Tropea dopo una due giorni in quel di Praia a Mare: il turismo in Calabria cresce, ma non dappertutto e non in egual modo; inoltrre: quanto c’e’ ancora da fare! quanto da lavorare!
L’altra sera in un ristorante del centro storico di Cosenza all’improvviso sono entrate due comitive di tedeschi e giapponesi, in tutto un centinaio di persone: i primi venivano da Tropea e gli altri da Taormina e diretti ad Alberobello. Come che sia si erano fermati a Cosenza, per qualche ora certo ma lasciando qualcosa non solo in termini di soldi ma di possibile ritorno d’immagine.
Eh si’…il problema e’, infatti, all’inizio di quest’estate proprio questo: uno dei settimanali di punta del gruppo Repubblica-L’Espresso-Stampa titolava nelle scorse settimane un accattivante articolo corredato da una magnifica foto di Capo Vaticano con la parola ‘’Abra Calabria’’, sottolineando come l’estate 2017 ‘’sara’ una stagione magica per la regione piu’ misconosciuta del nostro sud. Parola dei piu’ importanti travel-trendsetter’’.
Si citava il New York Times, la Bit, Tropea in testa a Tripadvisor, la certificazione Welcome Chinese etc etc, concludendo cosi’:’’ci sono angoli di pura meraviglia mediterranea con i templi grecoromani incastonati tra la macchia profumata e il mare’’.
Il punto, pero’, e’ come far reggere nel tempo queste cose, allargarle oltre Tropea e quel tratto di costa tirrenica (ad esempio nello jonio catanzarese, magico e magnifico a quello stesso livello, tutto invece piu’ o meno tace), far si’ insomma che quel flusso turistico indirizzato verso di noi per l’impossibilita’ di altre mete dovute a ragioni di sicurezza regga anche nel 2018 e poi nel 2019, 2020,….Cioe’ sia un tratto vero e lungo, con una cultura turistica che diventi il perno su cui far ripartire il rilancio dell’immagine della nostra terra.
E’ ovvio che dovra’ essere completato tutto il percorso infrastrutturale (strade, ferrovie, aeroporti) ma alla base di tutto resta l’accoglienza e la necessita’ di professionalizzare al massimo un comparto che e’ cresciuto fin qui nell’anarchia e senza una guida.
Per ora, alla vigilia del 21 di giugno solstizio d’estate, godiamoci l’Abra Calabria che Repubblica ci consegna. E’ sicuramente un buon viatico ma non culliamoci troppo.