L'INTERVENTO. Pd, il partito che non c'è (e non vuole esserci!)

L'INTERVENTO. Pd, il partito che non c'è (e non vuole esserci!)
Del Partito Democratico ne scrivono ormai tutti e di tutti i colori, del prima e del dopo la gestione della nuova segretaria. Ce n’e’ per tutti i gusti, di politica nazionale, locale, di gruppi dirigenti malmessi, di correnti mai sciolte, di cacicchi vecchi e nuovi (il libro di De Luca e’a tal proposito un’autentica chicca da divorare) ma questa storia che stiamo per raccontarvi ha dell’incredibile e del paradossale. Storia tutta vera, narrataci tra l’ironia e lo stupore da una coppia di amici di cui ovviamente non facciamo i nomi (e dunque anche la esatta localizzazione geografica la nasconderemo) accaduta in Calabria, anzi sta ancora accadendo a quanto ci viene detto, tranne clamorosi colpi di scena in zona Cesarini avrebbe commentato il buon telecronista di calcio. Tutta in ogni caso verificata con documentazione di cui abbiamo copia (per evitare improbabili smentite).

Una storiella piccola ma grande assieme, emblematica potremmo dire, che testimonia come di questo partito, che dovrebbe essere il seguito di due grandi ed organizzati partiti popolari (parliamo della Dc e del Pci ovviamente) che hanno fatto la storia dell’Italia, si stia facendo strame per colpa di burocrazia, correntismo, inefficienze varie, anche sciatteria. E lasciamo perdere i grandi temi politici per carita’ di patria.

Dunque, i due decidono di iscriversi al PD. Eroici li potremmo definire. Non conosciamo le motivazioni ma importa poco ai fini di quel che accadra’. Ora dovete sapere che al Pd ci si iscrive soprattutto per via telematica, cioe’ compilando e ultimando una non facile procedura di accesso al sito nazionale di quel partito, versando una quota tramite carta
di credito o post pay o altro. Gia’ questo un problemino da niente (pensate a qualche pensionato che non ha il Pc solo per fare un esempio) ma tant’e’ il problemino viene superato dai due, dopo vari passaggi di controlli e ricontrolli sull’identita’ effettiva, manco avessero chiesto di iscriversi alla CIA.

Ai due arriva immediatamente una email dalla loro banca che certifica che il bonifico e’ andato a buon punto, che i soldi sono stati dunque prelevati dal conto corrente e poi, ironia della sorte, una email dal Pd nazionale che li ringrazia per l’iscrizione (bonta’ loro!) e che pero’ si e’ ora ‘’in attesa delle relative verifiche’’ che confermeranno l’avvenuta iscrizione.

Cosa siano queste verifiche resta un mistero (i due lo scopriranno piu’ tardi in realta’) ma in ogni caso – scrive ancora il Pd da Roma - la tessera sara’ materialmente consegnata dalla Federazione territoriale o dal circolo (sarebbe la nuova denominazione di quelle che si chiamavano sezioni nel tempo che fu. Dio ce le abbia in gloria). Procedura piu’ macchinosa, lunga e incerta non poteva comunque essere scelta. Ma il bello deve ancora venire perche’ nessuno contatta i due, che ad un certo punto chiedono lumi e gli viene detto che quella famosa verifica (su cosa sia in realta’ lo vedremo da qui a poco) deve essere fatta dal segretario provinciale, o da chi per lui, solo che costui non ha la password per entrare nelle richieste fatte e pagate. La pw ce l’ha infatti uno al quale volta per volta deve essere chiesta per cortesia (teatro dell’assurdo).

Ma ovviamente non e’ finita qui perche’ i nostri due eroi scoprono cosi’ un mondo in cui il tesseramento puo’ essere accettato o ritardato per i motivi piu’ vari: se gli sei simpatico, se appartieni ad una cordata interna oppure no. Se soprattutto vai a rimpinguare un pacchetto di tessere che poi potranno servire alla bisogna, quando si scelgono i candidati alle elezioni per esempio. Ma questa e’ una malignita’ nostra. Oppure potrebbe pure essere se porti i capelli lunghi o la barba! Alla faccia in ogni caso della chiamata alle armi della povera segretaria Schlein, che ha preso nelle mani una faccenda del genere e sta tentando di mutare la rotta, con l’aiuto di qualche volenteroso anche nella nostra bella Calabria. E’ un Pd, in conclusione, che non c’e’ ma – quel che e’ piu’ grave – non vuole nemmeno esserci! Dio salvi la Schlein!