ELEZIONI. Liste fatte, che inizino le danze

ELEZIONI. Liste fatte, che inizino le danze
 Che inizino le danze, signore e signori! Ora che da oggi ci sono finalmente liste e candidati ci aspetta un mese di battaglia elettorale (peraltro già iniziata a colpi di scimitarra tra i due principali candidati alla Presidenza) e poi ci aspettano il nuovo autunno e il nuovo inverno! Bando quindi alle chiacchiere e pancia a terra alla ricerca di voti ma soprattutto di preferenze!
La nuova sfida elettorale calabrese nasconde, infatti, al di là ed oltre quella principale tra Occhiuto e Tridico un patrimonio di curiosità tutto da esplorare e decifrare, che va oltre il tradizionale gossip. A destra come a sinistra sono infatti molte le partite e le sfide aperte.

Ne segnaliamo solo alcune, poche poche visto che ci vorrebbe un libro se non una enciclopedia per raccontarle tutte: l’assessore principe Gallo- quello delle 20 mila preferenze - quante ne riuscirà stavolta a portare a casa ? E Peppe Falcomata’ vincerà la sua sfida a Reggio Calabria? E ancora: il presidente del Consiglio Regionale Mancuso nella sua Catanzaro a quale cifra si fermerà? E Donatella Di Cesare dopo le polemiche di fuoco dei giorni scorsi che risultato avrà? Per non parlare di Orlandino Greco candidato nella Lega di Salvini e Vannacci! E Wandissima riuscirà a trainare Fratelli d’Italia davanti a Forza Italia? E come finirà il mancato rinnovamento nel Pd di Cosenza?
E poi: quanti dei sindaci in lizza faranno il balzo verso l’Astronave? E i coraggiosi della cd società civile che hanno scelto di misurarsi con le armate dei signori delle preferenze ce la faranno a rompere quel muro? Potremmo continuare all’infinito!

Sono infatti tante le curiosità e le domande che attendono risposte dalle urne dei primi di ottobre. Ma l’interrogativo più politico diciamo così (non che quelli sopracitati non lo siano! Dio ce ne guardi dal denigrare lo scontro sulle preferenze!) resta sempre quello che ormai un mese fa sollevammo su queste colonne: quanti calabresi si recheranno cioè ai seggi? Quanti sono, saranno, attratti innanzitutto dai due candidati alla presidenza e dai loro messaggi? Quanti dai propositi dei vari partiti? Quanto si fideranno delle coalizioni?Quanti dal voto al singolo candidato consigliere preferito? Lo ribadiamo: stavolta la partita merita la partecipazione attiva e non il disinteresse che si è toccato 4 anni fa e che è poi proseguito nelle successive elezioni per altri scenari diversi dalla Regione.

Siamo a un passaggio cruciale, anche per contingenze nazionali e internazionali, in cui è possibile segnare una svolta e avviare una stagione di reale cambiamento. I due schieramenti politici principali in campo e i loro due leader nella strana stagione agostana che ci lasciamo alle spalle hanno già tentato in avvio della campagna elettorale di tracciare con sufficiente chiarezza le rispettive rotte: Occhiuto sul lavoro fatto e Tridico su quello che non è stato fatto e c’è da fare. I punti dirimenti sono quindi abbastanza tracciati e decifrabili all’ingrosso.
Ora spetta a quell’esercito di candidate e candidati tradurli nella pratica dei rispettivi territori, farli vivere nel quotidiano di Castrovillari o di Locri, di Rossano o Vibo Valentia. La campagna elettorale è bella anche per questo se vive di rapporti ravvicinati e di confronti veri. Nelle piazze, dove ancora si può fare per la bella stagione o anche nei luoghi al chiuso. Ed è in questo modo che cresce una democrazia e si alimenta la partecipazione, il dibattito, la conoscenza. In Calabria (ma in verità non solo dalle nostre parti) spesso tutto questo è invece diventato solo parcellizzazione del consenso, promesse in libertà e alla fine clientela, tutte cose che hanno finito con l’allontanamento dal voto e la contestuale crescita della sfiducia.

Non so perché questa volta credo che una svolta sia possibile. Insano ottimismo il mio? Alle spalle abbiamo in verità tante, troppe lezioni ed elezioni e storie andate a male e finite peggio. Spero che stavolta le danze appena iniziate rovescino questo tavolo. Sarebbe questo il più grande regalo che i calabresi farebbero alla Calabria: partecipazione e scelte consapevoli per un vero cambiamento dello stato dell’arte.