L’INTERVENTO. Reggio, la Marcianò ed il verminaio del patrimonio edilizio

L’INTERVENTO. Reggio, la Marcianò ed il verminaio del patrimonio edilizio
marcianò   Tra le deleghe che Angela Marcianò ha ricevuto come assessore, assieme a lavori pubblici e dismissione del ghetto di Arghillà vi è quella sul patrimonio edilizio. Un settore dell’amministrazione comunale che da sempre si è caratterizzato per malgoverno, illegalità, resistenze burocratiche e politiche. Una patata bollente che ha già fatto piovere sulla Marcianò le prime critiche ingenerose ma anche apprezzamenti da tante associazioni e cittadini che stanno apprezzando il suo lavoro. Un tema, quello degli alloggi popolari complesso che non riguarda solo Reggio ma tante zone del paese, basti guardare a cosa sta succedendo in tutte le grandi città dove il problema delle occupazioni abusive, degli sgomberi è all’ordine del giorno e spesso diventa anche problema di ordine pubblico. Servono per questo tempi che non possono essere immediati. Ma andiamo per punti.

1.Gestione criminale degli alloggi. Favorita da questa politica di abbandono si è creata nel nostro comune una situazione da far west, soprattutto nelle periferie più abbandonate e non presidiate dallo stato come Arghillà. Lì trovi la donna che ti racconta che, uscita per andare in città e tornando a casa la sera, la trova completamente svuotata degli arredi, senza nemmeno gli infissi. O quella ragazza con disabilità che “sfrattata” dal gruppo di delinquenti che controlla il suo caseggiato viene “convinta” ad andarsene dando fuoco alla sua sedia a rotelle. O la signora che da anni paga il fitto al proprietario dell’alloggio che ha la sua abitazione in città. Episodi che hanno scosso la Marcianò quando gli sono stati raccontati. In più c’è una gestione delle occupazioni abusive che vede protagonisti gruppi criminali che in assenza e talvolta nelle collusioni degli gli uffici comunali hanno gestito per anni e a discrezione le occupazioni di alloggi, nel silenzio degli assessori al ramo. A Reggio da anni lo sanno tutti, come dice la Marcianò, ma nessuno ha segnalato e soprattutto  nessuno è intervenuto per contrastarli. A parte le denunce che hanno colpito centinaia di famiglie  per allaccio abusivo e furto di energia elettrica (ho visto  personalmente una ordinanza che riguarda ben duecento nuclei ).

2.Le occupazioni abusive. Chiamare il diritto dei legittimi assegnatari o degli aventi diritto (sono circa 10.000 le famiglie che hanno fatto richiesta) ad avere l’alloggio che per legge gli è stato assegnato “guerra tra poveri” è sbagliato, semmai è una guerra unilaterale, perché l’occupazione abusiva non è mai legittima, com’è stato chiarito anche da recenti sentenze della Cassazione (2015) secondo cui “Lo stato di necessità può essere invocata solo in relazione ad un pericolo attuale e transitorio di danno grave alla persona (art. 54 cod. pena.), e non anche per sopperire alla necessità di trovare un alloggio al fine di risolvere in via definitiva le esigenze abitative del proprio nucleo familiare, in quanto le esigenze abitative delle famiglie sono salvaguardate dall'ordinamento mediante il sistema dell'edilizia popolare o convenzionata, e non consentono, dunque, di legittimare la realizzazione di un immobile abusivo da destinare ad abitazione familiare”.

Si può e si deve avere  comprensione e attenzione  ma mai legittimazione di un reato. Per questo è fondamentale prevedere al momento dello sgombero, laddove la famiglia occupante vive particolari condizioni di povertà, di presenza di minori e di persone con disabilità, una attenzione ed una presa in carico da parte dei servizi sociali garantendo un alloggio alternativo.                                    

3.Il diritto alla casa, all’abitazione. E’ un diritto costituzionale della persona propedeutico al godimento di tutta una serie di diritti fondamentali, quali ad esempio il diritto alla salute, alla riservatezza, alla sicurezza, all’inviolabilità del domicilio ed alla sua libera scelta. La misura della dignità e della libertà della vita umana si rileva anche e soprattutto dall’adeguatezza dell’abitazione rispetto ai bisogni della persona e della sua famiglia. Soprattutto per le fasce deboli, ma anche per giovani coppie che trovano difficoltà economica ad acquistare o prendere in fitto un appartamento, un ostacolo spesso insormontabile a mettere su famiglia. A questo diritto Regione Calabria e Comune di Reggio non hanno dato finora risposte se non emergenziali o peggio ancora clientelari. Non riuscendo nemmeno a gestire con trasparenza bandi, assegnazioni, controlli sul mantenimento dei requisiti, censimento aggiornato degli alloggi e quindi contrasto alle occupazioni abusive.

4.ll piano casa. E’ venuto il momento che Reggio si doti di uno strumento in grado di rispondente alle esigenze abitative. E’ un’opportunità di riqualificazione urbana intervenendo sul patrimonio edilizio esistente senza sprecare altro territorio (e, di conseguenza, altri soldi!). Ci sono spazi cittadini che potrebbero essere asserviti all’emergenza casa: dalle aree demaniali agli immobili abbandonati, alle costruzioni non terminate, ai beni confiscati che possono essere ristrutturati, favorendo la riconversione ad uso abitativo del patrimonio pubblico in disuso. Inoltre è necessario procedere con politiche più sensibili sia alle nuove esigenze del territorio urbano e del disagio abitativo (con particolare attenzione a quello delle madri sole, delle donne vittime di violenza, dei migranti e dei rom,) sia alle nuove forme dell’abitare. A Reggio risultano 4.000 case sfitte, si può pensare a politiche che favoriscano l’utilizzazione di queste risorse senza dovere ricorrere a nuove costruzioni?

5.Il protocollo di legalità. Da dove partire nell’immediato? Uno strumento per iniziare a mettere mano alla questione è il protocollo di legalità per la prevenzione ed il contrasto all’abusivismo edilizio che il Prefetto Luisa Latella ha iniziato ad applicar con successo a Catanzaro e Lamezia. L’associazione Libera, assieme al SUNIA-Cgil, all’Ania, alla Sicet-Cisl, all’Ancadic, ad Agape, lo ha proposto al Prefetto di Reggio che ha assicurato l’impegno ad introdurlo anche nel Comune di Reggio. Priorità è il censimento degli alloggi, l’assegnazione di quelli acquisito dal Patrimonio edilizio agli aventi diritto. Uno strumento che possa anche favorire (come a Catanzaro) anche l’erogazione di risorse del bilancio regionale e comunitario). Accanto a questo sarà molto utile anche una nuova legge regionale che permetta, senza introdurre sanatorie generalizzate, di procedere a delle regolarizzazioni a condizioni che permettano di coniugare diritto alla casa e rientro nella legalità. In questo percorso, non privo di pericoli di vario tipo Angela Marcianò deve e può trovare al suo fianco la parte sana della città.