
Sono del tutto d’accordo con lui.
Da un lato perché la Chiesa è in Italia – ormai? In questa fase? – una voce muta.
Quello che cinquanta anni fa poteva essere dirompente, oggi non ha valore perché entra ed esce rapidamente da orecchie che non le riconoscono peso effettivo.
E questo accade anche quando l’intervento della Chiesa è di valenza sociale così lampante che dovrebbe avere un impatto altissimo. Per esempio, l’enciclica ecologica di papa Francesco, Laudato sì, avrebbe (avuto) le caratteristiche per diventare, in un contesto in cui abbiamo iniziato a soffrire così pesantemente i danni procurati all’ambiente, un aggregato di energie a favore della nostra casa comune (la terra, nel suo insieme; il territorio italiano nello specifico). Ma, almeno al momento, non sembra sia diventata il motore trainante di una lotta a favore all’ambiente. (Tra parentesi: un grosso plauso merita chi ha deciso di proporre agli Esami di stato la bellissima “Versicoli quasi ecologici” di Giorgio Caproni).
Dall’altro, perché questo stato di cose che concerne l’intera società, riguarda anche le persone che si richiamano a sottoculture malavitose.
È vero che c’è non poca differenza tra i ragazzi ristretti nel carcere minorile e i boss del carcere per adulti, ma che ciò che succede tra i ragazzi registra con chiarezza i cambiamenti già avvenuti e quelli in atto, che diverranno via via abitudini consolidate.
I ragazzi di Nisida continuano a sfoggiare rosari al collo e braccialetti con le immagini dei santi, soprattutto in vista di un processo, ma quelli che dicono di credere in Dio sono sempre di meno e quelli che manifestano insofferenza nei confronti della chiesa cattolica sempre di più. Il divorzio è entrato nelle loro case e moltissimi dichiarano che mai si sposeranno, preferendo la convivenza ad un vincolo più stringente. E a qualsiasi intervento del papa – a meno che Francesco non chiedesse la loro immediata uscita dal carcere – rispondono con un’alzata di spalle. Se sono di buon umore. Se l’umore è cattivo, accompagnano l’alzata di spalle con frasi che non potrebbero essere catalogate come gentili.