È il 27 gennaio 1930 quando Galezzo Ciano incontra ad un ricevimento Edda, figlia primogenita e prediletta di Mussolini. Si sposano il 24 aprile dello stesso anno sotto lo sguardo compiaciuto del duce. Nell'Italia del regime fascista, la coppia assurge ad una sorta di eredi designati, solo di poco secondi a Umberto e Maria José di Savoia.
"A me la gloria" di Mimmo Gangemi, recentemente pubblicato da Solferino, segue la vita del conte Ciano e di sua moglie nei quattordici anni che vedono prima l'affermarsi e poi il crollo di un regime che porta il paese alla tragedia della seconda guerra mondiale. Lo studio approfondito dell'epoca, l'accurata rivisitazione dei documenti storici e dei Diari del conte, la sensibilità dello scrittore che ha inventato gli straordinari personaggi de "La signora di Ellis Island" e de "Il popolo di mezzo" e ricostruita la poliedrica personalità di Ettore Majorana ne "L'atomo inquieto", consente a Mimmo.Gangemi di seguire Galezzo e Edda nella loro vita pubblica e privata, nella quotidianità del menage matrimoniale, negli impegni della fulminea carriera di lui e negli alterni umori di lei. Non personaggi, ma persone. Fino all'epilogo tragico quando il voto di Ciano al Gran Consiglio ne segna la fine inattesa.
"L'abbraccio con cui lo avvolse Edda conteneva la sconfitta e i rimproveri a se stessa per aver fallito, l'umiliazione di figlia, i rimorsi di moglie e di madre. I pugni picchiati sul petto del marito odoravano d'ostinazione e di rabbia. I figli raccolti attorno a loro due e stretti a pigna tracciavano i confini della famiglia, da lì in avanti non si sarebbe allargata oltre. Mai erano stati uniti come in quei momenti."